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Gino Lisa: il futuro rimesso in discussione da uno studio della Cassa Depositi e Prestiti

I piccoli aeroporti sono utili qualcuno si spende per il Lisa.

 

 Il dossier porta la firma del­la Cassa depositi e prestiti. E riguarda gli aeroporti italiani: grandi, medi e piccoli. Quelli dentro il piano nazionale e quelli fuori, come il Gino Lisa di Fog­gia. E’ uno studio molto inte­ressante perché lancia l’allarme sul futuro della mobilità aerea in Italia che – come si evidenzia nel dossier – non riguarda solo i grandi scali ma anche i piccoli pur in una politica di accorpa­mento e di razionalizzazione. Secondo la Cassa depositi e prestiti per mettere in «corsa» gli scali italiani, servirebbero non meno di 80 miliardi di euro. Ed anche presto. Perché nei prossimi cinque anni l’Italia ri­schia di rimanere fuori e di per­dere la sfida globale con gli altri europei. E Foggia in tutto que­sto? Come si inserisce. Eccome se si inserisce. Intanto il dossier della, Cassa depositi e prestiti sollecita le amministrazioni lo­cali «ad avere un ruolo impor­tante nella partecipazione al ca­pitale delle aziende di gestione degli scali più piccoli», perché lo studio della Cassa depositi e pre­stiti «ne riconosce comunque’ l’indispensabilità in un Paese come l’Italia dove per ragioni geografiche e per carenze strutturali l’accessibilità ad am­pie aree territoriali è assicurata prevalentemente, dal trasporto aereo». E’ evidente che questo stu­dio-dossier ridimensiona dieci anni di disattenzioni da parte della Regione nei confronti del «Gino Lisa», colpevolmente escluso dal piano nazionale degli aeroporti proprio per i ritar­di con cui la Regione ha gestito la vicenda dopo la scandalosa storia degli aiuti di Stato per la pista (unico caso su tutti i fi­nanziamenti europei utilizzati dalla Puglia per gli aeroporti). Ora si tratta di ripartire tenendo conto anche di questo studio fir­mato Cassa depositi e prestiti e all’attenzione del ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Del Rio.

 

 

 

 

 

 

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