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Vieste/ Commerciante ucciso nella rapina l’assassino punta allo sconto di pena (2)

«Stramacchia ha confessato d’aver accoltellato la vittima ma non voleva ucciderla» . Parla il legale che punta al minimo della pena con l’esclusione delle aggravanti: il giovane rischia l’ergastolo.

 

 «Silvio Stramacchia – con­fessò subito di aver messo a segno la rapina, dicendo che non voleva uccidere il commerciante»: lo dichiara l’avv. Antonio Merlicco, difensore del giovane viestano accusato d’essere l’autore materiale dell’omicidio di Mario Nardella, accol­tellato al petto la sera dell’11 novembre di un anno fa durante una rapina nella sua rivendita di bibite nel centro garganico. «Ho assunto la difesa di Stramacchia re­centemente» aggiunge l’avv. Merlicco «ed ho optato per il processo abbreviato che – sarà celebrato dal gup del Tribunale di Foggia, a novembre. Sin dalle prime fasi del procedimento Stramacchia confessò di aver perpetrato la rapina, di aver brandito un coltello dalla lama lunga oltre venti centimetri (facendo recuperare sia l’arma che gli indumenti indossati), dichiarando di non avere intenzione di ferire chic­chessia, né di essersi accorto che dopo la colluttazione il Nardella perdesse sangue; il mio assistito ha sempre sostenuto che il ferimento era stato dovuto ad un fatto accidentale, visto che la vittima gli era balzata addosso mentre lui era in fuga e brandiva il coltello». Di fronte alle ammissioni del presunto assassino, la difesa di Stramacchia ha – quindi scelto il processo abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena. L’obiettivo della difesa è ottenere una pena bassa. «Ritengo» continua l’avv. Merlicco «che questa vicenda, innegabilmente do­lorosa e grave, possa e debba essere ridimensionata: la mia difesa non verterà soltanto sulla dimostrazione dell’insussistenza del dolo da parte dell’imputato, ma sarà anche e soprattutto tesa a dimostrare l’insussistenza delle aggravanti contestate che, prevedendo l’isolamento diurno, potrebbero comportare anche in sede di abbreviato la condanna all’erga­stolo: ritengo non sussistano nè l’aggra­vante del “mezzo insidioso” nè quella "del nesso teleologico" fra la rapina ed il suc­cessivo omicidio contestate dalla Procu­ra».

gazzetta di capitanata

 

 

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