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LETTERA APERTA AL SINDACO DI FOGGIA

Riceviamo e pubblichiamo
Signor Sindaco,
Le scriviamo perché purtroppo, nella foga della Sua replica alle dichiarazioni di Tano Grasso, Lei non ha fornito alcuna plausibile e credibile spiegazione per la scelta del Comune di Foggia di non costituirsi parte civile nel processo Corona. Tale processo è il più importante procedimento penale degli ultimi anni per associazione mafiosa che riguardi la città di Foggia. Un Suo assessore, nel giustificarsi, ha dichiarato che iI Comune non era parte lesa in tale procedimento. Lei capisce bene che si tratta di una grave inesattezza: per definizione una comunità è sempre parte offesa allorché l’autorità giudiziaria persegue un’associazione mafiosa, il Comune in quanto rappresentante delia comunità ha il dovere di intervenire nel processo per la tutela degli interessi della comunità ed in suo nome rivendicare il risarcimento dei danni.

Così avviene pacificamente in ogni parte d’ltalia sin dal 10 febbraio 1986 quando per la prima volta il Comune di Palermo si è costituito parte civile nel maxi processo di Falcone e Borsellino.

Inoltre, l’intervento nel procedimento penale del Comune assume un rilevante significato politico: è un segnale per i criminali e allo stesso tempo un segnale per la comunità che si amministra.

Vedendo gli avvocati del Comune nel processo, seduti accanto alla pubblica accusa e alle altre parti civili, i criminali capiscono che contro di loro è schierata in maniera inequivocabile la comunità contro cui hanno compiuto i loro delitti.

l cittadini, invece, interpretano tale scelta come una chiara volontà politica della loro amministrazione e quindi da ciò traggono incoraggiamento per coerenti atteggiamenti di legalità, di collaborazione con le forze dell’ordine, di rottura dell’omertà.

Troviamo per nulla convincente la spiegazione addebitabile al cosiddetto “disguido temporale”. E’ bene richiamare l’ampia disponibilità di tempo avuta: l’udienza preliminare nel corso della quale si è costituita parte civile la Fai e la Camera di Commercio si è tenuta il 25 marzo e, tra l’altro, molto annunciata sui media locali; il 25 maggio ha avuto inizio il processo con il rito abbreviato, scelto in prevalenza dai boss imputati; iI 14 settembre, infine, quello con il rito ordinario. C’era tutto il tempo per intervenire nel procedimento!

E’ opportuno richiamare Ia circostanza che, assai prima delle attuali critiche di Tano Grasso, lo scorso mese di aprile nel corso di una pubblica iniziativa tenutasi a Bari, le stesse sono state pronunciate da un autorevolissimo esponente delle Istituzioni.

Signor Sindaco, quella posta non è una banale questione formale, ma una decisiva questione di merito. Valga l’attenzione che l’opinione pubblica nazionale sta dedicando in questi giorni alla costituzione di parte civile del comune dì Roma nel processo di Mafia Capitale e quanto questa scelta abbia coinvolto il dibattito pubblico. Nessuna sottovalutazione né ambiguità possono essere tollerate quando si tratta una materia così delicata che tocca la sicurezza e la libertà dei cittadini di Foggia.

Per chi come noi è impegnato, e non da oggi, in una difficilissima battaglia contro le mafie è assolutamente doveroso denunciare l’omissione del Comune e l’ambiguità che da questa deriva.     Ciò è tutt’altro che delegittimare le Istituzioni: è l’indispensabile modo per richiamare le stesse, nel caso in specie il Comune di Foggia, ad assumersi una precisa responsabilità nell’interesse dei cittadini.

Presidente Associazione Antiracket Foggia, sig.ra Cristina Cucci.
Presidente Associazione Antiracket Vieste, sig.Giuseppe Mascia.
Presidente Coordinamento Regionale FAI Puglia, sig. Renato De Scisciolo.
Presidente FAI Nazionale, dott. Pippo Scandurra.