Nelle aule del Tribunale Penale di Foggia, ieri, si è celebrata l’udienza per l’omicidio di Antonio Dimauro, avvenuto al largo di Vieste il 16 ottobre del 2014. Sono intervenuti in aula gli Avv.ti Caruso Cristian e Diego Petroni in qualità di difensori delle Parti civili ovvero della Sig.ra Bramante Lucia (compagna della vittima) e dei fratelli Dimauro; per l’ imputato era, invece, presente l’Avv. Francesco Santangelo e l’Avv. Michele Guerra. Antonio Dimauro è stato ucciso in mare aperto con un colpo di fucile: l’omicida, per sua stessa confessione, risulta essere Riccardo Bramante, 38 anni, pescatore viestano, cognato della vittima (legato alla sorella dell’imputato); omicidio, avvenuto all’alba del 16 ottobre del 2014 al largo di Vieste, dove si incrociarono le barche del presunto assassino e della vittima. Bramante fu arrestato quella stessa mattina dai carabinieri della Tenenza di Vieste; il cadavere di Dimauro fu rinvenuto due giorni più tardi al largo di Vignanotica – la località tra Mattinata e Vieste – da un sub che allertò la Capitaneria di porto consentendone il recupero.
Il PM ha chiesto 20 anni.
La difesa, invece, punta sul dolo d’impeto il quale, se accolto, comporterebbe un significativo abbattimento della pena. Secondo i legale delle Parti civili l’omicidio, è stato frutto, in realtà, di premeditazione: il disegno criminoso era già da tempo delineato nella mente del Bramante: si evincerebbe, infatti, dal racconto del Rotunno (testimone oculare dell’omicidio) che il Bramante lo aveva minacciato, dieci giorni prima, di non recarsi a pesca con il Dimauro, altrimenti avrebbe fatto la stessa fine ovvero quella di essere iscritto anche lui nel libro dei morti. La prossima udienza è stata rinviata dal Giudice Zeno, al 12 febbraio 2016, per la lettura del dispositivo.