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S. Antonio Abate: grande festa nella chiesa madre di Rodi Garganico

Il  16 gennaio 2016 la Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali nella  Parrocchia Chiesa Madre San Nicola di Mira.

 

 Cani, gatti, cavalli e conigli ma anche pesci rossi, tartarughe, canarini e galline si preparano ad invadere il cortile della Chiesa Madre di San Nicola di Mira  a Rodi Garganico in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate che si terranno  anticipatamente Sabato 16 gennaio.
La tradizionale festa, organizzata ormai da 16 anni dal Parroco don Michele Pio Cardone  nasce dopo che lo stesso parroco  decise di adottare un cane Pastore Tedesco  che era stato abbandonato  per le vie della città .Al cane dai bambini della Parrocchia è stato dato il nome REX.Purtroppo il cane che tanti ricordano con affetto è morto di vecchiaia  il 28 marzo del 2013. Ormai  a Rodi Garganico celebrare il santo protettore degli animali è una delle ricorrenze più sentite e attese dai cittadini ma anche da quelli dei paesi limitrofi che giungono nella città con i loro animali domestici, per la tradizionale benedizione impartita  dal Parroco.Questa è una festa capace di unire grandi e piccoli che, in questa giornata, si ritrovano per mettere i loro animali domestici sotto la protezione del santo dalla lunga barba bianca. Una manifestazione dalla grande attrattiva e veramente coinvolgente che in questi anni ha fatto registrare un numero sempre maggiore di presenze nella città .Alle  ore 18.00 viene celebrata la Santa Messa alla quale segue poi una lotteria dove i possessori degli animali possono vincere gustosi premi per i loro piccoli  e amati animali.Anche quest’anno si è pensato di fare in questo tempo di crisi una lotteria per aiutare i proprietari degli animali perché oggi avere in casa un animale comporta un bell’impegno anche da un punto di vista economico. Sant’Antonio è invocato in Occidente come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; fu reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili.
Solitamente è raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo.
La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio (sfogo pruriginoso della pelle simile alla varicella). I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. Il 17 gennaio quindi si celebra la festa liturgica di Sant’Antonio Abate, da distinguersi da Sant’Antonio da Padova. Nell’iconografia, infatti, viene sempre rappresentato per distinguerlo con un maialino. Secondo la leggenda, è stato proprio Sant’Antonio Abate a fornire l’umanità del fuoco. Un giorno, mentre era nel deserto, gli venne chiesto di aiutare gli uomini, fornendo delle fiamme. Il Santo decise di recarsi, col suo maialino, all’inferno; i diavoli lo cacciarono ma il suo maialino riuscì ugualmente ad entrarvi. I diavoli, non riuscendo a mandarlo via, chiesero l’intervento di Sant’Antonio Abate che si riprese il maialino ma accese col fuoco dell’inferno il suo bastone. Una volta tornato sulla terra diede il fuoco agli uomini che, per riconoscenza, gli dedicarono grandi falò.

Anna Fasulo