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Ischitella/ Contrabbando di manna: il processo contro M° Ottaviano, del Vasto e Vigilante

Fiorente era la raccolta e il commercio della manna nel seicento e nel settecento  a Ischitella e nel gargano tanto che alcuni mercanti lombardi e veneti venivano dal Nord a comprarla,ma da dal processo in questione si evince che esisteva anche un contrabbando della stessa. Era il 4/9/1717 quando Domenico Martello di Vico ,ma residente nella terra d’Ischitella veniva chiamato a deporre come testimone presso il luogotenente della corte di Cagnano per aver assistito a un contrabbando di manna.
Esso,infatti affermava che ,mentre stava servendo come vignarolo nella vigna di Don Giuseppe Vigilante,zio di Agostino Vigilante da che era ritornato a fare manna era stato in detta vigna e ne aveva antecedentemente portato a nascondere nella casella di essa due barili di manna ,i quali il 31 di agosto,la sera era venuto a pigliarli con i suddetti M.ro donato Ottaviano e Francesco del Vasto e di là li avevano portati con una bestia in un’altra casella che sta nella vigna di M°Donato Ottaviano che stava distante da quella di Vigilante quaranta passi circa dove essendo i detti arrivati caricarono altri tre barili di manna sopra un cavallo del detto M° Donato e se ne andarono per la via per la quale si può andare a Vico ,a Rodi e San Menaio come appare da detta sua deposizione in detto processo con il foglio 6 del mese del  7 Settembre prossimo passato. Lo stesso Domenico Martella ratificava detta sua deposizione davanti a Giuseppe Antonio de Tonno ,governatore di detta Ischitella ,delegato dall .Ill.mo Presidente Provinciale ,aggiungendo che detti barili erano pieni di manna ,e di capacità di tre cannate l’uno ,sapendo la quantità del peso  e che dopo esaminato a Cagnano era ritornato a Ischitella dove era stato chiamato un’ ora prima del giorno(prima dell’alba) davanti a casa sua ,fu portato a Vico da Don Agostino Vigilante e Francesco del Vasto e per la strada fu minacciato e chiesto che quando deponeva contro di loro ,doveva fare un atto pubblico  contrario di quello che aveva deposto,quindi fu forzato ad andare a Vico e dire davanti al notaio e ,così come fece, di asserire davanti a un notaio di asserire il contrario di quello che aveva detto a Cagnano ,ma che la verità stava in quello che aveva detto a Cagnano avanti al magnifico luogotenente e mastrodatti di quella terra ,ratificato omologato e accettato in foglio nono del mese di Dicembre del corrente anno.
Seguivano le testimonianze di altri testimoni che vedremo nella seconda parte.

Giuseppe Laganella