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Salute e pagamenti, nuovi diritti delle partite Iva

Arriva il «sostegno universale» per più di 1,1 milioni di persone. Che cosa cambia, dalla maternità alla malattia.

 

 Un sostegno universale per i più poveri, che inizialmente dovrebbe interessare una platea di un milione 150mila persone. Riordino delle prestazioni assistenziali, senza toccare quelle in essere e in ogni caso quelle per i disabili. Estensione delle tutele contrattuali, di malattia e maternità e sgravi fiscali specifici per i lavoratori autonomi non imprenditori. Una prima disciplina di base per il cosiddetto «lavoro agile» o smartworking, quello subordinato ma svolto in parte fuori dai locali aziendali, grazie ai nuovi strumenti tecnologici. Sono questi i temi affrontati nei due disegni di legge approvati dal consiglio dei ministri. Il primo riguarda il contrasto della povertà ed è un disegno di legge delega, che quindi, dopo l’approvazione in Parlamento, richiederà una serie di decreti di attuazione che saranno emanati dal governo entro sei mesi. Il secondo, quello su lavoro autonomo e smartworking, è un disegno di legge semplice, che entrerà in vigore dopo che Camera e Senato lo avranno approvato.
«Istituiamo una misura nazionale di contrasto alla povert à, individuato come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «L’intervento – ha aggiunto – è previsto su due binari. Un sostegno al reddito della persona e una presa in carico per far si che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione». La platea interessata è stimata in circa 280mila famiglie con 550mila figli minori, per un totale di 1.150.000 persone. Per quest’anno la legge di Stabilità ha stanziato 600 milioni, che possono quindi finanziare un intervento del valore di 2.142 euro in media a famiglia. Il fondo salirà a un miliardo dal 2017. Ma la delega prevede anche la razionalizzazione delle prestazioni che fanno capo a Regioni ed enti locali e la riforma dell’assistenza, dalla quale arriveranno altre risorse. Nel mirino ci sono le maggiorazioni sociali e le integrazioni al minimo sulle pensioni degli italiani residenti all’estero. E potrebbe essere esteso l’utilizzo dell’Isee, l’indicatore della ricchezza familiare (anziché individuale), per ottenere le prestazioni assistenziali.
Il secondo ddl riguarda invece i lavoratori autonomi non imprenditori. Una platea di 220.550 partite Iva iscritte alla gestione separata Inps, secondo la Cgia di Mestre. «Cerchiamo di fare in modo che i soggetti non vengano colpiti da contratti capestro, afferma il ministro. Tra le misure: la possibilità di dedurre le spese di formazione fino a 10mila euro l’anno; l’indennità di maternità per 5 mesi anche se il professionista non si astiene dal lavoro; la possibilità di sospendere i contributi in caso di malattia grave.

 corriere della sera

 

 

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