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Vieste – Dopo il pellegrinaggio da Papa Francesco: Misercordiosi come il Padre

"Misericordes sicut Pater" Queste dolci parole – tema di riflessione di tutto l’anno giubilare straordinario voluto dal papa Francesco – sono anche quelle dell’ inno che ha aperto la solenne concelebrazione presieduta dall’Arciprete della Basilica Vaticana – Cardinale Comastri – per i fedeli della nostra Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo a conclusione del pellegrinaggio diocesano a Roma. 
Anche tanti di noi viestani, come migliaia e migliaia di pellegrini, eravamo a Roma il 6 febbraio per l’acquisto delle Sante indulgenze e per venerare le reliquie di San Pio da Pietrelcina e di San Leopoldo Mandic, testimoni della Misericordia del Padre.
 
E’ stata davvero una giornata indimenticabile. Scomoda per tanti aspetti ma ricca di emozioni. 
La nostra mattina del sei febbraio, infatti, è iniziata molto presto, molto prima dell’alba. 
Tanti pellegrini arrivavano lentamente davanti al colonnato di Piazza San Pietro, dopo aver viaggiato per una intera notte dai paesi di origine. Tanti altri, già arrivati a Roma il giorno prima, si destavano ben presto per essere tutti in fila in attesa dell’apertura dei cancelli di ingresso nella piazza. 
 
Sacrifici si –  forse anche tanti – ma forte in ciascuno di noi era anche la volontà di non mancare a questo santo appuntamento. Lunghe, anzi lunghissime erano le code di persone nelle quali eravamo pressati come sardine per le migliaia di presenze che diventavano come fiumi in piena e ci facevano camminare quasi da soli, spostati e portati avanti come dalle onde dell’acqua.
 
 
 
Sottoposti più volte ai controlli del metal detector ed attorniati dalle forze militari che ci assicuravano la pubblica incolumità, finalmente siamo riusciti ad entrare dopo circa o forse più di due ore di ansiosa attesa. 
Giornalisti, uomini di Chiesa, esperti conoscitori di Padre Pio e il nostro Arcivescovo Mons. Michele Castoro ci hanno parlato di lui e di San Leopoldo, della loro santità,  ponendo l’accento sulla Casa Sollievo – che è uno dei più grandi miracoli compiuti per intercessione di san Pio. 
 
La dolce voce di Padre Raniero Cantalamessa, mentre ci introduceva all’udienza di Papa Francesco concessa ai circa ottantamila devoti di Padre Pio e fedeli della nostra Arcidiocesi, ci esortava anche a vivere in pienezza la misericordia del Signore in modo speciale nel sacramento della Riconciliazione da chiedere e vivere senza alcun timore o pensiero di rinvio. Dio infatti rivela tutto il suo amore e mentre ci perdona ci assicura anche che non ci lascia mai soli dopo il peccato ma rimane con noi per aiutarci e farci rivivere e rafforzare il suo amore e il suo perdono per non farci cadere con tanta facilità nell’ombra della morte e del peccato. 
 
Dio è con noi, ci accoglie, ci ama sempre e vuole che la misericordia sia anche  il programma e l’impegno per ogni sacerdote che è ministro di misericordia nel sacramento della riconciliazione e per ogni persona che crede. 
Il papa poi – nella sua meravigliosa e facile catechesi – ci ha esortati ad essere gioiosi mediante la preghiera e l’umiltà e la generosità. Ci ha ricordato che padre Pio e Padre Leopoldo Mandic sono diventati santi perché hanno compiuto la volontà del Signore e si sono prodigati a favore di tutti i fratelli bisognosi del perdono. E nel sacramento della riconciliazione hanno dispensato l’abbraccio del Padre a tutti i peccatori pentiti e desiderosi di vivere una realtà nuova in un rapporto nuovo con Dio e con i fratelli. Ciò che maggiormente ha contraddistinto questi due Santi frati è stato il loro generoso si pronunziato nella sofferenza e per amore di Dio, senza escludere alcuna persona. Per tutti c’era una parola buona ed un gesto generoso di concordia e di accoglienza.
 
Al pomeriggio il cardinal Comastri nella sua omelia, bella e profonda oltre che semplice, ha concluso il nostro pellegrinaggio esortandoci all’umiltà perché l’orgoglio uccide, l’umiltà fa vivere.
Mentre il Cardinale presiedeva la solenne celebrazione eucaristica attorniato dal nostro Arcivescovo e decine di sacerdoti dell’Arcidiocesi, il coro Vocincanto di Vieste elevava lodi al Signore con dolci note e canti che rompevano il silenzio e ci aiutavano tutti a pregare.
Tutti i presenti hanno notato l’impegno e la gioia profusi perché il canto che risuonava tra le mura della Basilica Vaticana imponesse la sua voce e il suo messaggio e aiutasse tutti a cantare. 
 
I tanti sacrifici non sono stati fatti invano e sono stati tutti premiati perché tutto riuscisse bene. D’altra parte questo è anche lo spirito e il significato della fede che con il salmo 125 ci ricorda che “chi semina nel pianto mieterà nella gioia”
Una particolare lode allora anche agli organizzatori del pellegrinaggio, ai bravi seminaristi della nostra Arcidiocesi che hanno assicurato il servizio liturgico all’altare e al coro Vocincanto che ha raggiunto tanti bei traguardi. Questo, davanti a san Pietro e alle reliquie dei grandi santi della  Chiesa è certamente il traguardo più bello e più riuscito. 
 
Auguriamo ancora tanti e bei lusinghieri successi e Dio sia sempre lodato e glorificato da tutti noi.
 
Don Tonino Baldi