La città di Vieste e la sua diocesi nel secolo XII.
Rileggiamo in un non recente testo scolastico [PALMIERI Michele, Scopriamo la Puglia, Bari, Adda, 1969, pp. 41 s.]: " ..
Vieste è senza dubbio una delle più antiche città della Daunia: è l’Apeneste ricordata nel sec. II d.C. dal famoso geografo e astronomo Tolomeo. Ma la fantasia degli uomini del luogo, che un filosofo chiamerebbe boria, va a scomodare nientemeno, come fondatore Noè con tutta la sua arca. Da altri fu ritenuta nata dalle ceneri della Città di Merino, lungi da essa circa 5 chilometri, distrutta nel 1014 di Cristo, anno in cuna statua di S. Maria di Merino fu trasferita a Vieste. Personaggi illustri, per cause di viaggio o di imbarco, passarono per Vieste. A Merino, nell’aprile del 1294 naufragò Celestino V e ivi fu fatto prigioniero per ordine di Bonifacio VIII." In realtà, nel 1295. Celestino pp. V Angeleri da Morone, imbarcatosi a Rodi Garganico, a causa del mare in tempesta ebbe la ventura di trovarsi fuggiasco presso Vieste, a S. Maria di Merino, e di essere riconsegnato a Bonifacio Pp. VIII Gaetani [BALDACCI Osvaldo, Puglia, Torino,_UTET. 1962, pag. 378). Il primo a ricordare Vieste sarebbe stato quindi, nel sec. II d.C., Claudio Tolomeo, che l’ha chiamata Apeneste [Geogr. III, 1, 17], ma già G. Plinio Secondo aveva menzionato un abitato che prendeva nome dai "Merinates ex Gargano" [N. H. iii, 11, 16 -105]. Il documento che di Vieste cristiana dà la data più antica e molto probabilmente la data di nascita della sua diocesi, è nel Codice Diplomatico di S. Maria di Tremiti: In nomine Domini. Quinquagesimo nono anni imperi domino Basili et Domino Constantini santissimi imporatoribus nostris, mensìs iunio, seconda indictione. En ego Alfano natu Dei sanete Merenensis et Bestesane ecclesie sedis episcopus .. , [omissis] … Anno Dei favente episcopatus nostri vigesimo sexto .. [omissis] … Ego qui supra Alfanus gratia Dei epìscopus. Armando Pwtrucci, lo studioso che ha curato e pubblicato questo cartulario, ha notato che il 59° anno degli Imperatori Basilio e Costantino corrisponde al 1019, per cui l’inizio dell’episcopato di Alfano risale al 933. Nello stesso cartulario si trova un altro accenno a Merino nel mese di ottobre del 1138, anno in cui era Vescovo Maraldo. Vi si legge, nell’intestazione, "Maraldus Marinense ac Vestane sedis epiascopus … ", ma è firmato: "Ego Maraldus Vestane sedis episcopus". Ne consegue che il richiamo a Merino era ormai, nel sec. XII, soltanto un appellativo onorifico. La serie cronologica dei Vescovi della S. Chiesa di Vieste dalla fondazione della diocesi all’arrivo a Vieste di Pier Celestino Papa (993-1294) ci è così ‘ – riportata [VAILATI Mons. Valentino, L’Arcidiocesi di Manfredonia e la Diocesi di Vieste, Manfredonia. AAST, 1975, pago 153]: Alfano (993-1031); Maraldo (1158-68), il primo nella Chiesa sipontina, di cui si conosca il nome, dall’Arcivescovo Goffrido e deposto da Alessandro pp. III Bandinelli, perché simoniaco; Simeon (1179): innominato (1191-99), sospeso da Celestino pp. III Boccardi il 18 ottobre 1197; Teodorico (1227); Giovanni (1274). Partiva nell’aprile di quell’anno il B. Gregorio pp. X Visconti per Lione e durante il suo viaggio cercò di metter pace fra le fazioni, specialmente a Bologna, Firenze e Milano. Il Concilio che egli aveva convocato a Lione raccolse numerosissimi prelati, principi e Vescovi. Vi si discusse dapprima la questione della Crociata e si impose la decima sui benefici ecclesiastici. Si trattò poi dell’unione delle Chiese e, discussi i vari punti di differenza si venne a un accordo col quale la Chiesa greca dichiarava la sua unione con la latina. In ultimo furono sanciti costituzioni e decreti disciplinari, fra i quali il più importante fu quello che disciplinava l’elezione del Pontefice: fu decretato che in quella stessa città dove il Papa fosse morto, dopo 10 giorni, i Cardinali dovessero adunarsi in un palazzo, appartati da tutto il mondo esteriore, in conclave, e dopo i primi tre giorni, se non fossero venuti alla elezione, sarebbe stato loro dimezzato il vitto per i cinque giorni sussegnenti e ancora diminuito, a pane e acqua, dopo lo spirare di essi. Intanto le cose in Germania si erano composte con la elezione di Rodolfo d’Absburgo, che giurò al Papa fedeltà e rispetto dei diritti della Chiesa. Solo Carlo d’Angiò continuava nella sua crudele politica, invano ripreso dal Papa. Chiuso il Concilio, rientrò il Papa lieto in Italia" dopo essersi incontrato a Losanna con l’Imperatore, ma ad Arezzo s’ammalò e morì il 10 gennaio 1276. Fu sepolto in quella Cattedrale. Il suo pontificato fu breve ma fecondo e la sua morte segnò nuove sventure per la Chiesa. Pietro di Tarantasia, nato in Savoia bel 1225, dell’Ordine dei Predicatori e insegnante di filosofia all’Università di Parigi, Arcivescovo di Lionr nel 1272, poi Cardinale e Vescovo di Ostia, venne eletto Pontefice col nome di Innocenzo Pp, V, non senza l’influenza di Carlo d’Angiò, il 21 febbraio 1276 e morì il 22 giugno di quello stesso anno. Diede inizio, in quel brevissimo periodo di tempo, alle trattative per la riconciliazione fra Genovesi e Pisani e aprì quelle con Michele Paleologo esortandolo a por termine allo scisma orientale e a partecipare alla difesa della Terra Santa. Aiutò Alfonso X nella lotta contro i Mori di Spagna. Ristabilì la disciplina monastica e non mancò di proteggere gli Ordini religiosi. Leone pp. XIII Pecci (1878- 1903) gli conferì il titolo di Beato. Fu detto, per il suo grande sapere, famosissimus doctor e lasciò parecchie opere filosofiche e teologiche. In quello stesso anno 1276 fu eletto 1’11 luglio Papa e morì il 16 agosto il Cardinale genovese Ottobono de’ Fieschi, che assunse il nome dì Adriano pp. V. Sulla sua elezione certamente influì Carlo d’Angiò che desiderava un Papa a lui favorevole. Morì a Viterbo dove si era recato per sfuggire agli eccessivi calori di Roma in quell’estate, prima di essere consacrato. Nel suo brevissimo pontificato sospese la Costituzione del B. Gregorio pp. X Visconti sulla elezione del Papa, sospensione che suscitò gravi difficoltà nell’elezione del successore. Nato a Lisbona, della famiglia de’ Giuliani, Pietro fu nel 1273 nominato Vescovo di Frascati e Cardinale. La sua elezione a Pontefice nel 1276 fu preceduta da dissensi tra Cardinali e prelati: questi ultimi obbligarono i Cardinali a riunirsi e li tennero rinchiusi finché Pietro non fu eletto e assunse il nome di Giovanni XXI di Giuliano. Egli mise pace tra il Re di Francia, Filippo l’Ardito, e Alfonso X, Re di Castiglia, dette l’investitura del Regno delle due Sicilie a Carlo d’Angiò, mandò Legati a Michele Paleologo per ottenere che firmasse definitivamente l’unione delle due Chiese greca e latina e iniziò i preparativi per una Crociata. La sua morte, avvenuta nel 1277 per il crollo d’una costruzione da lui iniziata, deluse le speranze che si erano fondate sulle sue grandi qualità. Dottissimo, la Sua scienza profana lo fece chiamare mago da cronisti ignoranti. Nato a Roma nel 1210, il Card. Giovanni Gaetano Orsini, figlio del Sen. Matteo, fu eletto Papa e assunse il nome di Niccolò III, dopo una vacanza di sei mesi, a Viterbo e incoronato a Roma nel 1277. Era stato Inquisitore Generale per l’Italia e aveva servito otto Pontefici; trovava l’Italia agitatissima. Ottenne da Rodolfo d’Absburgo che la Chiesa riavesse i suoi antichi domini; costrinse l’ambizioso Re Carlo d’Angiò a rinunciare alla dignità di Senatore Romano, cui era stato eletto contro la volontà di Clemente pp. IV Fulcodi, e promulgò una Costituzione con cui si proibiva di conferire d’allora in poi la dignità di Senatore Romano a principi stranieri o a membri di case patrizie di case potenti e stabili che tale dignità durasse un solo anno. Mandò missionari presso i Tartari, fu sollecito per la conclusione dello. scisma greco, difese i diritti della Chiesa e l’integrità dei costumi in Polonia e Ungheria, lavorò attivamente a ristabilire la pace tra i partiti in Italia- Niccolò III Orsini morì dopo tre anni di pontificato per apoplessia in Soriano presso Viterbo il 20 agosto 1280. Fu accusato di nepotismo, anzi fu detto il “patriarca del nepotismo", perché dei sei Cardinali da lui nominati tre erano Orsini e ai parenti conferì onori e ricchezze. Ma a sua difesa si può dire che le difficoltà politiche in cui si trovava allora l’Italia suggerivano al Pontefice di circondarsi di persone che lo aiutassero nel governo e fossero a lui pienamente fedeli. Simone de Brion nato in Francia nel 1230, fu eletto a Viterbo Papa nel 1281 e assunse il nome di Martino IV. Era stato Guardasigilli di S. Luigi e Legato in Francia del B. Gregorio pp. X Visconti, di Adriano pp. V Fieschi, Giovanni pp. XXI de’Giuliani e Niccolò pp. III Orsini. Il Conclave che lo elesse durò sei mesi e alla sua elezione non mancò la pressione di Carlo d’Angiò che, aiutato da uno degli Annibaldeschi, nemico degli Orsini, imprigionò due Cardinali a lui contrari. Martino pp. IV di Brion fu devoto agli interessi di Carlo d’Angiò, Re di Napoli, del quale scomunicò gli avversari politici. Revocò la Bolla di Niccolò pp. III Orsini sulla dignità di Senatore Romano, trasmettendola prima a se stesso e poi a Carlo d’Angiò. Durante il suo pontificato scoppiò la terribile sommossa dei Vespri Siciliani (1282). Martino scomunicò gli insorti e Don Pietro d’Aragona, che aveva assunto il titolo di Re di Sicilia, e lo depose dal suo Regno d’Aragona, Valenza e Barcellona, offrendolo a Carlo di Valois, figlio del Re di Francia Filippo l’Ardito. Nella riscossa tentata in una battag1ia navale il figlio di Carlo d’Angiò, Carlo lo Zoppo, fu vinto e deportato prigioniero in Aragona. Martino Pp.IV de Brion moriva a Perugia il 29 marzo 1285, poiché a Roma mai era potuto entrare a causa dei continui tumulti. Va ricordato che nel 1281 si rinnovò lo scisma d’Oriente da Michele Paleologo, inasprito poi dal suo successore Andronico.
Emilio Benvenuto
1 continua
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