Decisioni del tribunale della libertà, che invece ha confermato il carcere per lo stesso Raduano.
Carcere confermato per Marco Raduano, 32 anni; rimessione in libertà per la moglie Giuseppina Vescera di 34 anni e il cugino Michele Gala, 28 anni che erano ai domiciliari. E’ quanto deciso dal Tribunale della libertà che ha parzialmente accolto il ricorso degli avvocati Francesco Santangelo, Cristian Caruso e Michele La Forgia contro l’ordinanza del gip eseguita dai carabinieri il 1 febbraio nei confronti dei tre garganici accusati di concorso in detenzione di 500 grammi di cocaina, rinvenuti nel settembre scorso. A Raduano il provvedimento di cattura era stato notificato in carcere dov’è detenuto da ottobre per l’arsenale della mala; mentre moglie e cugino furono posti ai domiciliari. L’accusa sostiene che Raduano mentre era detenuto la scorsa estate in carcere a Foggia (finì in cella il 18 agosto perchè accusato di una rapina a Termoli a un furgone carico di sigarette, venendo scarcerato a settembre per insufficiente d’indizi dai giudici del «riesame di Campobasso) avrebbe indicato nei colloqui con moglie dove fosse nascosta la droga che doveva essere spostata. I carabinieri del reparto operativo di Foggia e i colleghi della tenenza di Vieste sulla scorta dei colloqui in carcere intercettati, individuarono – dice l’accusa – un terreno in località «Scialara» di Vieste dove in un pozzo era nascosta una cassaforte con dentro gioielli e due recipienti di vetro: in uno c’era il mezzo chilo di cocaina da cui si potevano ricavare 3mila dosi. Interrogati dopo l’arresto; Raduano e la moglie respinsero le accuse, Gala si avvalse della facoltà di tacere. Nel chiedere ai giudici del riesame la scarcerazione dei tre viestani, i difensori hanno sostenuto che nei colloqui intercettati non si parlava di droga ma di soldi; che la droga non era di Raduano tanto da essere rinvenuta in un terreno non del garganico; che moglie e cugino di Raduano non possono comunque rispondere di concorso in detenzione di qualcosa che non è mai stata nella loro disponibilità. I giudici hanno rimesso in libertà la Vescera e Gala, e lasciato in carcere Raduano, confermando la gravità degli indizi raccolti a suo carico: le motivazioni del provvedimento saranno depositate nelle prossime settimane.
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