Fu sul lungomare Mattei a ferragosto scorso. Ieri l’udienza preliminare del processo che vede imputato Pietro Pastorella, alla guida dell’auto che investì la ragazza.
Si è svolta ieri presso il tribunale di Foggia, sezione penale, l’udienza preliminare del processo per omicidio colposo ai danni di Michela Ragno, investita da un’automobile la notte dello scorso 16 agosto nel centro storico di Vieste. Alla guida del veicolo si trovava Pietro Pastorella. Il giudice, dott. Zeno, ha disposto un rinvio al’ prossimo 20 maggio 2016. In aula erano presenti da un lato i familiari della vittima, difesi dall’avvocato Francesca Rondinone, che si batterà per ottenere il massimo della pena, e dall’ altro era presente l’imputato difeso. dall’avvocato Raoul Pellegrini, che chiede il non luogo a procedere. L’incidente è avvenuto lo scorso 16 agosto 2015, alle ore 5,15 del mattino, lungo la strada urbana del lungomare Enrico Mattei, all’altezza del villaggio turistico. Verdemare, a circa tre chilometri dal centro abitato di Vieste. Pietro Pastorella alla guida della sua Fiat Panda Multijet, in compagnia di Santucci Ilaria, investiva Michela Ragno mentre attraversava la strada. La ragazza a causa delle gravissime lesioni riportate perdeva la vita, mentre i due a bordo dalla macchina restavano sostanzialmente illesi. La morte della giovane era da attribuire ad arresto cardio- respiratorio così come risulta dalla consulenza tecnica . “Oggi inizia l’iter processuale per la morte di Michela, ma quello che vorrei sottolineare è che questo evento è stato preceduto da una serie di campanelli d’allarme, a cui ritengo si doveva prestare una maggiore attenzione, e che non erano da sottovalutare spiega l’avvocato Francesca Rondinone, legale difensore della famiglia Ragno – mi riferisco al fatto che l’odierno imputato è già stato attinto da provvedimenti di sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza. Pietro Pastorella ha già avuto dei precedenti che comunque non gli hanno impedito di mettersi al volante, nonostante l’ evidente alterazione alcolemica, poiché parliamo di un valore pari ad 1.80, considerato elevatissimo. Non stiamo parlando della persona anziana a cui mancano i riflessi e cagiona un sinistro stradale, al contrario, ci troviamo di fronte ad un uomo con dei precedenti a cui era stata già sospesala patente". Michela attraversava la strada sulle strisce pedonali, per rientrare a casa dopo aver passato una serata con gli amici, ignara che di lì a poco avrebbe abbandonato per sempre la sua vita, i suoi affetti. "La ragazza era perfettamente lucida ed in grado di intendere e di volere nel momento in cui è stata travolta dal violento impatto con questa vettura, che procedeva di quasi 40 km/h oltre il limite di velocità. Il conducente della Fiat Panda non la vedeva , facendole fare un volo dall’altra parte della carreggiata. Michela è morta sul colpo", aggiunge l’avvocato Rondinone. Pietro Pastorella, secondo la ricostruzione del penalista, si era visto revocare una prima volta la patente, prima che avvenisse il terribile episodio. Successivamente; a seguito dell’incidente accaduto la notte del 16 agosto, subiva il ritiro del documento per la seconda volta, provvedimento che scatta in maniera automatica. ”Avverso quest’ultimo atto c’è stato un ricorso al giudice civile il quale ha ritenuto di sospendere l’ordinanza con cui si inibiva la guida al Pastorella, in buona sostanza veniva reimmesso nella possibilità di sedersi al volante". Ma il legale della famiglia Ragno cerca di fare un quadro più ampio della vicenda, analizzando tutti gli aspetti che forse avrebbero potuto evitare l’accaduto: "Ritengo che se ci fossero stati degli altri accorgimenti si sarebbero potute evitare queste scelleratezze. Sappiamo che è costume di molti giovani fare tardi la sera, in particolar modo d’estate. Spesso i ragazzi eccedono con l’utilizzo di alcolici, forse in un comune come Vieste così vivo e popoloso, soprattutto durante il mese di agosto, sarebbero stati necessari dei controlli maggiori, dei posti di blocco più numerosi, un servizio di navette per i villaggi che portino i ragazzi fino alla spiaggia, con un po’ di attenzione probabilmente il peggio si sarebbe potuto evitare". Nel processo di oggi si sono costituiti parte civile i nonni della vittima: quando si subisce una perdita di questo genere ci sono dei risarcimenti che spettano alle persone offese. In questo momento la strategia difensiva ha previsto di seguire questa strada riservandosi forse alla prossima udienza di far costituire parte civile anche altri familiari, che per adesso restano soltanto persone offese. L’omicidio di Michela sarà giudicato secondo il vecchio rito. "Se si fosse proceduto con la nuova normativa sarebbe cambiato tutto, sia per quanto riguarda la sospensione della patente, sia in merito alla durata della pena, per cui il massimo edittale sarebbe stato più del doppio. Ci saremmo trovati di fronte ad un’altra situazione. “Spero nella celerità del processo", spiega Francesca Rondinone. In aula era presente il fratello della ragazza uccisa, che con voce rotta dalla commozione ha accettato di parlare al nostro giornale: "Quest’ oggi (ieri.ndr) ci sentiamo anche noi delle vittime, so già che il dolore che ti accompagnerà per gli anni futuri non si cancellerà mai. La perdita di una persona cara lascia un vuoto che non sarà riempito mai da nessuno e da niente, devi solo imparare a conviverci. Sulla scorta della nostra brutta esperienza, voglio dire a tanti ragazzi giovani di evitare di bere se devono mettersi alla guida. Quello che è successo alla mia famiglia può diventare il dramma di chiunque, bisogna evitare gli eccessi per salvare la propria esistenza e quella degli altri. Il ricordo di Michela non mi abbandona mai diventa ogni giorno più forte, qualsiasi cosa io faccia ho il suo volto davanti agli occhi. La mia giornata è triste sin dal primo mattino quando mi alzo dal letto e non la vedo, la mia vita si è fermata a quel tragico 16 agosto, la mia mente è bloccata su quella strada. Ma sono giovane ho fiducia nelle istituzioni e spero che la giustizia faccia il suo corso".
Flavia Palomba
L’attacco
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