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“Puglia, le strutture dei lidi non si smontano a fine estate”

L’assessore Curcururo: “Dalla regione nessun vincolo pronti a presentare una proposta alle Soprintendenze”.

 

 Il problema dello smontaggio delle strutture balneari riguarda so­prattutto il Gargano e il Barese, mentre in Salento la situazione è altalenante. il nodo sono i pareri emessi dalle Soprin­tendenze, cui spetta il rilascio del nulla osta paesaggistico: dicono sì a quello provvisorio (che permette di mantene­re i lidi per 120 giorni), ma quasi sempre no al permesso ordinario. Un parados­so, considerando che ci sono lidi in tutta Italia, tutto l’anno. E la Puglia, che pure vorrebbe destagionalizzare il turismo balneare (aprendo prima di giugno e dopo settembre) deve fare i conti con la difficoltà a mantenere fisicamente in piedi le strutture oltre i 4 mesi estivi. «Il problema – garantisce però l’as­sessore regionale all’Urbanistica, An­namaria Curcuruto – non riguarda il Piano paesaggistico: la lettura dei vin­coli non contempla alcun divieto al mantenimento delle strutture balneari. La Regione è convinta del fatto che deb­bano restare in piedi fino alla scadenza della concessione demaniali. Il fatto che le strutture debbano essere leggere e amovibili non implica che vadano ri­mosse a fine estate, anzi in alcuni casi potrebbe essere controproducente: si pensi ai tavolati montati sugli scogli, dove togliere i sostegni in metallo po­trebbe causare danni irreparabili». La disciplina demaniale dipende dall’assessorato al Bilancio ma, fa notare la Curcuruto, «siamo noi ad avere i rap­porti con le Soprintendenze». Ad aprile c’era stato un incontro a Bari, concluso con l’intesa a individuare, attraverso il Piano delle coste, le zone dove è pos­sibile il mantenimento. Il problema ri­guarda soprattutto Monopoli, dove – fa notare la Curcuruto – si tratta di lidi urbani, inseriti in un paesaggio già an­tropizzato, ed è dunque difficile giu­stificare la necessità di smontaggio. Tuttavia la riforma dell’ organizzazione delle Soprintendenze, con l’avvicendamento dei direttori provinciali, costrin­gerà la Regione a ricominciare da zero. La Curcuruto è pronta però a lanciare un’idea simile a quella applicata a Bari per i gazebo dei locali pubblici: «Po­tremmo stabilire delle tipologie strut­turali standard ammissibili secondo le regole della Soprintendenza». Si vedrà. Nel frattempo le ultime sen­tenze dei giudici amministrativi, anche queste finora altalenanti, sembrereb­bero andare in direzione del mante­nimento dei lidi tutto l’anno. Il Tar Lec­ce (sentenza 560/2016) ha annullato l’au­torizzazione che il Comune di Gallipoli aveva rilasciato a un lido limitandola al solo periodo estivo, così come da parere paesaggistico della Soprintendenza: una decisione non motivata, dicono i giudici amministrativi, secondo cui il Pptr (il piano paesaggistico) «non attribuisce alle pubbliche amministra­zioni alcun potere di delimitazione tem­porale della validità dei titoli abilita­tivi»: il Tar è stato piuttosto pesante con la Soprintendenza (<<Non si comprende ­è scritto in sentenza – perché la me­desima struttura possa essere compa­tibile solo in alcuni periodi dell’anno») ed ha detto che, per ordinare lo smon­taggio dei lidi a fine estate, vanno chia­riti «gli aspetti di contrasto delle opere con le disposizioni di tutela del territorio». Il punto è tutto lì. Ma la stagione è ormai cominciata, e tra tre mesi qual­cuno sarà costretto a smontare.

(m.scagl.)