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Abusivismo sul Gargano: perché il Parco non ferma gli abusi recenti?

Ancora una volta il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gargano non risponde alle puntuali richieste di chiarimenti sul tema dell’abusivismo nel promontorio, avanzate con un’interrogazione parlamentare dall’on. Samuele Segoni, preferendo parlare di altro e avanzando assurdi quanto insultanti sospetti di presunte eterodirezioni del parlamentare.

Il deputato di Alternativa Libera, libera di nome e di fatto, ha interrogato il Ministro dell’Ambiente per conoscere le cause dell’enorme ritardo accumulato nell’approvazione degli strumenti di pianificazione dell’area protetta e se sia condivisa dal ministero la tesi, sostenuta in più occasioni dal presidente Pecorella anche con atti ufficiali, secondo cui in mancanza di tali strumenti l’Ente parco sia impossibilitato ad emanare le ordinanze di demolizione di manufatti costruiti in violazione delle misure di salvaguardia del Parco.
A queste semplici domande il presidente Pecorella risponde sciorinando i numeri degli abbattimenti effettuati dall’Ente nel Parco Nazionale del Gargano da marzo 2015 a giugno 2016, peraltro mai negati da Alternativa Libera e correttamente citati nella stessa interrogazione.
Il problema evidenziato dal parlamentare è però di tutt’altra natura. Le demolizioni effettuate in questi mesi, su impulso della Procura della Repubblica di Foggia ed attingendo da un fondo di 500 mila euro che giaceva colpevolmente inutilizzato da oltre un decennio nelle casse dell’Ente Parco, riguardano manufatti costruiti abusivamente molti anni fa e oggetto di vecchie ordinanze di demolizione divenute irrevocabili. Ma per giungere agli abbattimenti occorre emanare le ordinanze di demolizione ed è su questo punto che si concentra l’intervento di Alternativa Libera a cui il presidente del Parco non vuole o non può rispondere.
L’articolo 6 comma 6 della legge quadro sulle aree protette dispone che l’inosservanza delle misure di salvaguardia comporta la riduzione in pristino dei luoghi e la eventuale ricostituzione delle specie vegetali ed animali danneggiate a spese dell’inadempiente, ponendo in capo all’autorità di gestione dell’area protetta (cioè in questo caso proprio all’Ente parco) la potestà di ingiungere al trasgressore l’ordine di riduzione in pristino e, ove questi non provveda entro il termine assegnato, di disporre l’esecuzione in danno degli inadempimenti.
Secondo il presidente Pecorella, invece, in mancanza degli strumenti di pianificazione del Parco, l’Ente è impossibilitato ad emanare l’ordine di ripristino dello stato dei luoghi. Posizione questa che egli ha sostenuto chiaramente anche nella nervosa replica all’on. Segoni, confermando di fatto l’utilità dell’interrogazione per fare chiarezza sulla questione.
Ci saremmo quindi aspettati che il presidente Pecorella, apprezzato avvocato del foro di Foggia, sostenesse la sua tesi con la citazione di qualche pertinente precedente giudiziale che smentisse l’interpretazione letterale della norma, precedente che evidentemente non esiste.
Ma se anche esistesse, perché, chiede l’on. Segoni, a sei anni dal primo insediamento di Pecorella alla guida dell’Ente parco le procedure per l’approvazione di tali preziosi strumenti sono ben lungi dall’essersi concluse?
Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente, la Puglia è al primo posto nella classifica generale dell’illegalità ambientale con 4.499 infrazioni accertate e resta sul podio per il ciclo illegale del cemento e per i reati contro la fauna; tra le province, quella di Foggia, entro cui ricade il parco del Gargano, si classifica al sesto posto nazionale con 802 infrazioni. Sono dati che dimostrano come il fenomeno dell’abusivismo sul Gargano non si sia mai fermato e sia più forte che mai.
E allora, al netto dei tanti numeri declamati dal presidente Pecorella, rimangono sul campo le stesse pressanti domande: ma se l’Ente parco dice di non poter emettere ordinanze di abbattimento, tutte le opere abusive realizzate in questi ultimi anni quando verranno mai abbattute? E ancora, a che serve aver istituito l’Ente parco, nato per superare le croniche inerzie delle amministrazioni locali nella lotta all’abusivismo sul Gargano già denunciate dal Procuratore De Castris, se non può fermare gli abusi recenti?
L’esempio dell’ultimo sequestro effettuato dai carabinieri nella piana di Calenella parla per tutti. Alle denunce inviate lo scorso anno all’Ente parco dalle associazioni ambientaliste non risulta sia seguito alcun provvedimento. E l’assalto al territorio può continuare indisturbato.

 

 

 

 

 

 

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