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E’ morto Guglielmo Minervini, già sindaco di Molfetta

 

Attualmente consigliere regionale, combatteva da tempo contro un brutto male. Aveva 55 anni ed è stato uno dei massimi protagonisti della politica pugliese degli ultimi 20 anni. Lascia moglie e due figli

 Protagonista indiscusso dell’ultimo ventennio politico, a Molfetta e in Puglia, dapprima legatissimo al vescovo don Tonino Bello, simbolo dell’impegno attivo dei cittadini lontani dai partiti travolti dallo scandalo di Tangentopoli e dopo uno degli uomini chiave della nuova stagione politica segnata dall’ascesa di Nichi Vendola alla guida della regione. È morto questa mattina dopo una lunga, indomabile malattia Guglielmo Minervini già sindaco di Molfetta, attualmente consigliere regionale per la lista Noi a Sinistra per la Puglia. Nato nel 1961, docente di Informatica nelle scuole superiori e Direttore Editoriale della casa editrice la Meridiana, si avvicina alla politica giovanissimo impegnandosi sin da subito nel mondo del volontariato, dalla parte dei bambini e delle donne del centro storico di Molfetta senza trascurare il tema della pace.
Fonda la Casa per la pace (1985) e diventa consigliere nazionale di Pax Cristi, associazione protagonista del movimento internazionale contro la guerra (presieduta in Italia in quegli anni dal vescovo di Molfetta don Tonino Bello al quale Minervini era legatissimo). Si batte per il riconoscimento dei diritti degli obiettori di coscienza, pubblicando sul tema due opere: l’abecedario dell’obiettore (1991) e l’antologia dell’obiettore (1992). Promuove la nascita della cooperativa "La Meridiana", diventata poi uno degli attori più dinamici nel panorama editoriale italiano dimostrando particolare impegno soprattutto nel fronte della pedagogia, del pacifismo e del cattolicesimo democratico.
Nel 1994 inizia la sua carriera politica. Mentre i vecchi partiti vengono travolti dallo scandalo giudiziario di Tangentopoli Minervini riesce ad animare una rete di cittadini e associazioni votate al rinnovamento della politica e favorevoli a un suo impegno diretto. Dopo aver vinto le prime primarie della storia della Puglia, ottiene la candidatura a sindaco e appoggiato dalle sinistre conquista palazzo di città vincendo le comunali del ’94. Resta in carica sino al 2000 e racconta la sua esperienza nel libro Mar Comune (dato alle stampe nel 1997).
Successivamente contribuisce alla nascita dei Democratici e della Margherita diventando di entrambe il coordinatore regionale. Nel 2005 poi, la seconda fase del suo impegno politico. Sostiene la candidatura alla presidenza della regione Puglia di Nichi Vendola, allora esponente di spicco di Rifondazione Comunista e sfidante del governatore uscente Raffaele Fitto (Forza Italia).
Di questa nuova stagione politica Minervini è stato uno dei massimi protagonisti, venendo eletto per tre volte consecutive consigliere regionale (2005, 2010, 2015) e ricoprendo per 10 anni consecutivi la carica di assessore (prima con delega alla trasparenza, politiche giovanili e sport, successivamente ai trasporti).
Ispiratore e poi principale sostenitore di una serie di politiche a favore delle attività giovanili (su tutte il progetto Bollenti Spiriti) è stato tra i protagonisti di «Open», la rete di cittadinanza attiva e protagonismo sociale che nel 2014 ne ha sostenuto la candidatura alle Primarie del centrosinistra per il ruolo di candidato governatore (poi ricoperto da Michele Emiliano).
Nella primavera del 2015 la clamorosa rottura con il Partito Democratico del quale era stato uno dei massimi dirigenti regionali e del quale non condivideva più le linee strategiche tracciate dalla segreteria politica di Matteo Renzi a Roma e da quella di Michele Emiliano a Bari.
Si candida nuovamente al consiglio regionale aderendo alla lista Noi a Sinistra per la Puglia (nella quale confluisce Sel). Ottenuto il terzo mandato con circa 8.000 preferenze (risultando il più suffragato della lista) è tra le anime del processo costituente che dà vita alla nuova forza politica Sinistra Italiana (il cui primo congresso si svolgerà alla fine di quest’anno a Roma).
Nel 2013 aveva reso pubblica la sua battaglia contro il cancro. Una battaglia condotta con tenacia e che non gli aveva impedito di continuare con il consueto impegno il suo lavoro in regione. Recentemente aveva dato alle stampe il volume “La politica generativa. Pratiche di comunità nel laboratorio Puglia” che ripercorreva con lucidità analitica e buon piglio argomentativo l’esperienza di governo delle giunte Vendola e avanzava un’articolata analisi della crisi dei partiti.
Lascia la moglie Maria e due figli, Camilla e Nicolò.
Il direttore Felice de Sanctis, redazione e i collaboratori di “Quindici” si stringono con affetto alla famiglia in questo doloroso momento.

(fonte www.quindici-molfetta.it)