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Carpino – In una mostra fotografica la tela della Santissima Trinità

 

Tra le iniziative dell’”Estate Carpinese 2016” c’è da segnalarne una particolarmente interessante riguardante l’Arte e la Cultura locale di questo paese. Organizzata dall’Architetto Michela Mezzanotte e con la collaborazione del Parroco don Tonino Di Maggio, per tutto il mese di Agosto nella Chiesa di San Cirillo d’Alessandria (nella centrale Piazza del Popolo) si può ammirare la mostra fotografica “La Tela della Santissima Trinità e dei suoi Santi”, che, non a caso, sono Cirillo e Rocco compatroni e protettori di Carpino e titolari della omonima Chiesa

Oltre ai particolari delle varie foto esposte, alzando lo sguardo all’insù si può, più che ammirare, solo vedere i “resti” della Tela che riveste tutto il sottotetto e si estende per tutta la navata centrale della Chiesa. Tale opera risale al 1700 e la sua dimensione è di oltre 200 metri quadri; quindi si può affermare che è una tra le più grandi d’Europa. In Italia sono quasi della stessa dimensione solo due altre tele che sono a Venezia e Perugia.
Ma tale mostra non ha fatto altro che aprire e riaprire una grossa piaga nel cuore di tanti carpinesi, specialmente tra i meno giovani, sia residenti e sia tra coloro che per motivi di lavoro sono emigrati e che in questo periodo sono tornati, come ogni anno, per la Festa di San Rocco e per le loro vacanze. Infatti tale dipinto oggi i irrimediabilmente perduto (salvo miracoli, ma non perché c’entri la Chiesa) a causa di copiose ed abbondanti acque meteoriche che sono filtrate dal tetto nel passato e che non veniva inspiegabilmente riparato. Tali infiltrazioni causarono ingenti danni alla tela ora del tutto macchiata ed irriconoscibile. E ciò già dagli anni ’60. Il tetto fu poi riparato e ristrutturato alla fine degli anni ’90 insieme ai lavori di restauro che hanno interessato l’esterno della Chiesa (Parroco il compianto don Francesco Gramazio che, unitamente ai suoi ultimi parroci successori hanno – loro malgrado – dovuto ereditare il già compromesso ed irrecuperabile dipinto). Quindi la Tela subì tali infiltrazioni per almeno 40 anni.
Il Popolo carpinese, ancora una volta, con l’esposizione di questa mostra fotografica, e come nel passato, si pone una domanda a cui non c’è mai risposta (come in una nota Canzone di Bob Dylan). I fedeli si chiedono tutt’ora dove finiva tutto il denaro (tanto denaro) che, nella festa patronale del 16 Agosto di ogni anno veniva offerto dai devoti alla cosiddetta “mazza di San Rocco”, cioè al bastone di questo Santo pellegrino in processione, comunque al quanto profana e pagana di venerare il loro Santo protettore. Con tutto il denaro che si raccolse negli anni, in tanti anni, affermano ancora i cittadini di Carpino, sarebbe stato sufficiente a riparare il tetto e mettere mano al restauro della Tela che ancora non era del tutto compromessa.
Invece si pensò a fare magari altro, magari altri lavori inutili e non urgenti, quelli all’interno della Chiesa. Fu spostata l’altare lignea di San Giuseppe, è scomparso il cosiddetto coro in legno (però non di gran valore, mentre lo era quello in noce scuro ed intarsiato della Chiesa Madre, anch’esso scomparso), si levò dall’altare maggiore la cosiddetta balaustra in ghisa che separava, appunto, il presbiterio dalla navata della Chiesa di San Cirillo. L’unico oggetto recuperato fu il Pulpito ancora oggi esistente (mentre nella Chiesa Madre non c’è più), ma che ovviamente non viene più utilizzato come in tutte le chiese. Mai si pensò al tetto fatiscente e alla bellissima Tela che andava in rovina.
Non è data sapere neppure se questa Tela, che è composta a strisce rettangolari, potrà mai essere recuperata in quanto, nel momento in cui si intervenisse e si tentasse il distacco dalla volta si sbriciolerebbe. Ma questa mostra, di cui bisogna essere veramente grati all’Architetto Mezzanotte, vuole essere proprio di auspicio per un futuo intervento di eventuale restauro. Oltre tutto, tra l’altro, dal tetto della Chiesa sono state notate, dopo ormai oltre 20 anni dalla sua ristrutturazione, nuovamente delle piccole infiltrazioni di acqua.

Mimmo Delle Fave