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Reporter della Tua Città/ Eterogenesi dei fini….

La bellezza è un dono gigantesco, immeritato, dato a caso, stupidamente….anche e soprattutto a noi viestani.

 

 Come sanno quelli che hanno letto i miei precedenti post, sovente sparo delle parole difficili per poi spiegare subito che non c’è nulla di complesso e tanto faccio sempre in ossequio al mio convincimento che più parole si conoscono e più si riduce la possibilità che chi invece le conosce e le usa possa fotterci.
L’espressione eterogenesi dei fini, in tedesco Heterogonie der Zwecke, fu coniata dal filosofo e psicologo empirico Wilhelm Wundt. Con essa si fa riferimento a un campo di fenomeni i cui contorni e caratteri trovano più chiara descrizione nell’espressione «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali».
In termini ancora più semplici vuol dire che penso di fare una cosa per ottenere un certo scopo e invece ne viene fuori una cosa che non avevo previsto. Ecco il punto: la non prevedibilità.
Ma quanto la “non prevedibilità” è davvero tale e quanto invece essa dipende dalla nostra incapacità di saper guardare oltre?
Ad esempio, se in una qualsiasi città d’inverno, tutte le fabbriche lavorano a pieno regime, tutte le automobili circolano regolarmente e i riscaldamenti restano accesi per ripararsi dal freddo, è assolutamente prevedibile che l’aria che si respirerà in quella città sarà inquinata. Quindi, ben posso dire che l’inquinamento dell’aria è prevedibile, ancorchè lo scopo immediato per il quale io tenga acceso il riscaldamento sia quello di non patire il freddo, così come l’uso dell’automobile ha lo scopo di portarmi sul luogo di lavoro.
In questi casi posso pur aver raggiunto lo scopo immediato, ma ho generato un’altra conseguenza che non è voluta e che eppure si è verificata. Si può dire che l’inquinamento non fosse prevedibile? Allo stato delle conoscenze tecniche e scientifiche è ben difficile che qualcuno possa ragionevolmente sostenere che l’inquinamento in quelle condizioni non sia prevedibile e dunque che la qualità pessima dell’aria non sia una conseguenza prevedibile. Non possiamo dunque parlare di “eterogenesi dei fini”.
Questa premessa mi è necessaria, perché talvolta sento dire o leggo la frase “la bellezza salverà il mondo” e per molti questa frase resta oscura ed anzi in molti scettici suscita un ilare sorriso. Può essere comprensibile lo scetticismo, ma solo ad una prima e disattenta riflessione, laddove si pensi che il mondo ormai gira in una modalità unica, fondata sulla legge del mercato, della ferrea domanda e dell’offerta, dove la parola “bellezza”, che solo a pochi non piace, non può trovare “alloggio” non essendo valutabile “economicamente”. Io credo invece che la “bellezza” sia il miglior investimento economico del futuro, più dell’oro, più del petrolio e più di qualsiasi altro bene o “merce”. Sono convinto di questo per una semplicissima ragione e cioè che in un mondo ”finito”, l’attuale sfruttamento delle risorse come se il mondo fosse “infinito” è un non senso. Ed è proprio ragionando con le ferree logiche dell’economia che la "bellezza" può costituire merce rarissima, in un mondo che perde progressivamente “bellezza”. La legge della domanda e dell’offerta ci dice che quando un bene scarseggia il suo valore aumenta. Giusto? E allora è prevedibile che chi possiede “bellezza” o riesce ancora a produrne non può che avere successo sul mercato con aspettativa di crescita nel tempo, del valore del bene posseduto o prodotto e cioè la “bellezza”.
Perché mai città come Firenze, Venezia o Roma dense di “bellezza” dovrebbero essere meta di milioni di turisti ogni anno, se non possedessero “bellezza”? E i turisti non sono fonte di ricchezza? La stessa nostra bella cittadina non è forse così ricca di “bellezza”, nonostante quella persa per strada negli anni, che consente lauti guadagni ad albergatori, ristoratori e fornitori di servizi vari che quella “bellezza” fa produrre? E’ dunque così strano che la “bellezza” possa essere vista anche con gli occhi miopi di un mondo folle che produce distruggendo “bellezza”, proprio nel momento in cui essa sta diventando la merce più pregiata? Possiamo dire che per “eterogenesi dei fini” se oggi ci indebitassimo per acquistare "bellezza" o mantenere "bellezza" che già possediamo, domani guadagneremmo un mucchio di denaro..capitalisticamente parlando? Dovrebbe essere chiaro a tutti che le cose stanno così e anche i più scettici non dovrebbero avere più dubbi se chi possiede quei pezzi di carta chiamata ”denaro” (ricchi sceicchi arabi e cinesi) stanno girando freneticamente per il mondo per comprare tutto ciò che è “bello”.
Il re “folle” Ludwig II di Baviera, dilapidò le casse del suo regno per fare castelli, invece di costruire armi per difendere il suo regno dall’ aggressiva potenza prussiana, come ho accennato in un post precedente. Nella sua “follia” finanziò la costruzione di mitici castelli, oltre ad essere il mecenate di Richard Wagner, perché innamorato senza tentennamenti del “bello” in ogni sua forma, tanto da dimenticare gli affari correnti e di gestione di un regno. Nessuno avrebbe mai pensato dopo la sua morte che quel re nella sua follia avesse creato una delle più grandi attrazioni turistiche della odierna Baviera e se io prima di morire dovessi recarmi in Germania da turista, non lo farei per visitare i bacini carboniferi della Rhur, ma solo per godermi lo spettacolo dei suoi castelli immersi nella musica di Wagner, che senza la sua follia non sarebbero esistiti. Nessuno oggi può mettere in dubbio che quel re folle sia stato il più formidabile imprenditore turistico della Baviera per …eterogenesi dei fini.

Buona giornata

Ludo Ragno

da facebook