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Caporalato/ Flai e Cgil Puglia, provvedimenti solo sulla carta

Nessun trasferimento fondi da governo e stanziamenti Regione.

 

 "La condizione del lavoro nelle campagne pugliesi nel 2016 è peggiorata". Lo hanno spiegato oggi i segretari generali della Flai Puglia, Giuseppe Deleonardis, e della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, in una conferenza stampa sulla situazione del caporalato e del lavoro in Puglia. "Condizione peggiorata perché – ha sottolineato Deleonardis – gran parte dei provvedimenti annunciati sono rimasti sulla carta: il governo non ha trasferito nulla alla Puglia dei 4 milioni di euro annunciati per le azioni del protocollo sottoscritto a maggio; la Regione non ha stanziato le somme che aveva per i trasporti (1 milione), per i contributi a chi assumeva dalle liste di prenotazione (800mila euro) ed a sostegno delle azioni ispettive (800mila euro)". "A fronte di questa situazione – ha aggiunto – abbiamo i dati dell’attività di vigilanza di questi giorni che riconfermano l’allarme del 2015, quando su 2156 controlli risultarono irregolari il 58,35% delle aziende. Con l’assurdo che vi sono aziende oggetto di ispezioni che hanno beneficiato di fondi pubblici, con la tragedia che i salari sono mediamente inferiori del 40-60% rispetto al contratto, che i ghetti sono affollati di migliaia di lavoratori e che in alcuni magazzini ortofrutticoli si lavoro fino a 12-14 ore al giorno". "Altro assurdo – secondo Deleonardis – è scoprire aziende pugliesi sotto processo per caporalato iscritte alla Rete di qualità del ministero dell’Agricoltura. Questo perché per l’iscrizione non è prevista l’applicazione del contratto. Ragion per cui chiediamo al Parlamento d’intervenire". Da parte sua Gesmundo ha rivolto un appello ai datori di lavoro chiedendo "di portare avanti assieme questa battaglia" ed annunciando "di essere comunque pronti a proseguire da soli con le denunce, le mobilitazioni e le proposte". "Ci opponiamo a tutti quelli che vogliono derubricare il tema dello sfruttamento del lavoro e del caporalato ponendolo in secondo piano. C’è’ chi lamenta la militarizzazione delle campagne, ma non è affatto così e noi – ha concluso – oltre a chiedere i controlli vogliamo la piena applicazione della legge 28 dicembre 2015".