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Tremiti/ Fumata nera alla Regione per il Porto Turistico

Sconsolato il sindaco Fentini: “in questo modo passeranno altri decenni”.

 

 "Forse rimarrà un sogno nel cassetto il porto turi. stico per i tremitesi, eppure serve come il pane visto che abbiamo necessità di attracchi". E’ lo scon­solato commento del sindaco del Comune dell’arcipelago diomedea Antonio Fentini all’indomani del tavolo tecnico svoltosi pochi gior­ni a Bari fa per la realizzazione del porto turistico. Tavolo tecnico che non ha registrato significativi passi in avanti in merito alla realizzazione dell’opera. "Fumata nera" insomma, "nonostante l’attivismo di Emiliano e della Curcuruto sull’argomento" ri­vela Fentini. I moti­vi? "Non tutti gli enti preposti si sono detti d’accordo sul proget­to così com’è stato concepito, alcuni hanno avanzato delle riserve" ha ammesso il primo cittadino, "Il progetto – ha conti­nuato- risale a più di 10 anni fa. E’ stato re­datto da privati -garantiranno anche i fondi- che hanno par­tecipato ad un bando pubblico varato dal Comune". Dal tavolo tecnico – "da me voluto" – pro­pedeutico alla conferenza dei ser­vizi Fentini si aspettava tanto. "In­vece niente. Tra chi ha frenato, chi non si è presentato, la seduta insomma ha lasciato tutto com’era" ammette sconsolato. Ovvero un progetto ancora in alto mare, sot­toposto a revisioni parziali dopo le riserve fuoriuscite al tavolo tec­nico e quindi ancora in cerca del "via libera" definitivo. Alle Tremiti sono arciconvinti che le pro­prie barche siano "costantemente sottoposti all’inquietudine del mare aperto e alla concreta pos­sibilità di sparire infrangersi sugli scogli", come già accaduto -del resto- negli anni scorsi. Insomma bisognerebbe fare presto. Il porto turistico – che alle Tremiti amano chiamare il porticciolo- dovrebbe sorgere nel canale di mare che separa l’isolotto del Cretaccio e l’isola di San Nicola: dovrebbe fungere ricovero barche, ma anche da protezione "naturale" dai marosi per la seconda delle cinque isole dell’arcipelago. La questione è atavica. Se ne parla da sempre. Il Progetto del porto ri­fugio è addirittura menzionato dal Delli Muti, storico delle cinque isole, nel libro "Isole Tremiti" edito nel 1965, ovvero 51 anni fa. Si legge infatti che: "Nel 1964 Le Isole Tremiti erano già una fiorente località turistica, con aumenti di presenze esponenziali ogni anno; la bellezza delle isole attirava molti turisti e le strutture ricettive necessitavano di una espansione per poter contenere il flusso sempre maggiore di turisti. Inoltre. la pesca era florente e aumentava il bisogno di un approdo sicuro per le barche dei residenti, oltre che per gli innumerevoli turistiche visitavano le isole. Fu in quegli anni che si elaborò il progetto di un enorme porto che avrebbe inoltre collegato l’isola di San Ni­cola, il Cretaccio e San Domino, creando più di 500 posti barca, con delle dighe che avrebbero bloccato la forza delle acque, il tutto per un miliardo e quattrocento milioni dell’epoca. Sarebbe stato il primo porto del Gargano". Da allora di certo c’è solo il tempo trascorso: più di mezzo secolo.

Francesco Trotta

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