Gambizzato davanti alla sua abitazione un detenuto amico di 2 viestani uccisi negli ultimi mesi. E’ ai domiciliari perché accusato di una rapina nel Molise.
Sfuggito alla morte un giovane viestano detenuto agli arresti domiciliari perché in attesa di giudizio per rapina e già condannato in primo grado a 5 anni per estorsione nel processo «I tre moschettieri». Girolamo Perna, 25 anni, è ora ricoverato all’ospedale «Casa sollievo della sofferenza» di San Giovanni Rotondo, dopo essere stato colpito da un paio di colpi alle gambe; ma l’esplosione di una decina di pistolettate o fucilate farebbe pensare che ci ha fatto fuoco volesse uccidere il giovane garganico. Agguato che si inserisce nella lunga scia di sangue che dal gennaio 2015 ad oggi ha già contato 3 omicidi e due ferimenti: e Perna ferito l’altra sera era considerato vicino a due delle tre vittime, Angelo Notarangelo alias «cintaridd», l’allevatore viestano di 37 anni, ritenuto al vertice dell’omonimo clan, assassinato alle porte della cittadina la mattina del 26 gennaio di un anno fa; e Gianpiero Vescera, il ventisettenne freddato con 4 colpi di pistola lo scorso 3 settembre in un oliveto alla periferia del centro abitato. Le indagini per cercare di dare un nome ed un volto a chi ha sparato e ferito Perna sono condotte dai carabinieri della locale tenenza e dai colleghi della compagnia di Vico del Gargano e del reparto operativo di Foggia. Sulla dinamica del ferimento filtrano pochissime notizie: è avvenuto intorno alle 9 di mercoledì sera in località «Piano grande» sulla litoranea per Peschici, non distante all’uliveto dove agli inizi del mese fu ucciso Vescera. Perna abita in campagna e pare fosse davanti all’abitazione – per quel poco che trapela dal riserbo investigativo – quando uno o più sicari hanno aperto il fuoco, esplodendo una decina di colpi e ferendo alle gambe il viestano, soccorso, trasportato al pronto soccorso e di lì all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Girolamo Perna già noto alle forze dell’ordine, da qualche mese è agli arresti domiciliari perché sospettato di essere coinvolto in una rapina ad un furgone carico di sigarette avvenuta a Termoli, in Molise, il 16 giugno del 2015. Un commando composto da 4 banditi incappucciati bloccò il furgone carico di 900 chili di sigarette dei Monopoli per un valore di 200mila euro, sequestrò il conducente, trasbordò la merce su un altro mezzo: furgone e refurtiva furono ritrovate poche ore dopo nelle campagne di Orta Nova, vicino Foggia. Le indagini della Procura di Larino e dei carabinieri sfociarono il 18 agosto 2015 nell’emissione di ordinanze cautelari contro Perna, che sfuggì alla cattura e si costituì dopo alcuni mesi; Gianpiero Vescera assassinato il 3 settembre scorso; del cognato di quest’ultimo Marco Raduano, 33 anni, attualmente detenuto e ritenuto un – emergente della mala locale, dopo che sarebbe stato il luogotenente di Notarangelo «cintaridd» (il Tribunale della libertà di Campobasso scarcerò dopo poche settimane sia Vescera sia Raduano per insufficienza d’indizi). Il nome di Giancarlo Perna compare anche nell’inchiesta «I tre moschiettieri» sul racket della guardiana, sfociata nell’omonimo blitz del 18 luglio 2012 con l’arresto di 4 viestani; e il conseguente processo conclusosi il 16 marzo del 2015 davanti ai giudici del Tribunale di Foggia con tre condanne (5 anni a Perna) e una dichiarazione di non doversi procedere per morte del quarto imputato: i giudici esclusero comunque la sussistenza dell’aggravante della mafiosità. -Nell’inchiesta «I 3 moschettieri» era proprio Angelo Notarangelo l’imputato principale: morì ammazzato due mesi prima del verdetto di primo grado. Perna si dice innocente.
gazzetta di capitanata
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