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Vico/ Centro Storico, “perché ci siamo incazzati”

Riceviamo e pubblichiamo.

Quelli della mia generazione vengono da una lunga stagione di sogni: gli anni 60; la più affascinante e coinvolgente produzione musicale; i grandi gruppi; i grandi concerti; i figli dei fiori; i figli del bum economico; le rivoluzioni armate di chitarra; i Beatles; i Creedence Clearwater Revival; le motociclette di Easy Rider; mettete dei fiori nei vostri cannoni, ecc. Abbiamo avuto la fortuna di nascere e vivere in mezzo al più grande patrimonio paesaggistico, storico, architettonico del mondo. Possiamo dire, come Michelangelo Manicone, nell’ombelico di Giove. Questo mondo e questa magia siamo riusciti a protrarla fino agli anni 70/80, poi, quelli più istruiti di noi, ci hanno convinti della politica del “ fare “ e invece di fare della tutela e della valorizzazione di questi contesti il caposaldo della loro opera, hanno finito per circondarci di centinaia, migliaia di mostri e mostriciattoli senza valore e senza gusto.
Fatta questa premessa, veniamo al nostro paesello e ai nostri mostriciattoli che, giorno dopo giorno, un interventino qua, uno là, stanno mordicchiando e distruggendo quelle pietre scolpite, l’intero Centro Antico e quel poco che ci resta. Il documento base che avrebbe dovuto mettere un po’ di ordine in tutta la materia cementizia è il Piano Urbanistico Generale, bocciato dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Foggia, tagliuzzato in mille pezzi dall’Autorità di Bacino, prima insabbiato, e ora sepolto dal silenzio correo e generale. Documento scomodo e indigesto, da riesumare a data da destinarsi, in attesa che “ parti e particelle “ trovino il giusto, famelico accomodamento, in attesa della tanto sospirata e temuta Conferenza di Servizio.
Proprio di questa volevo parlare, perché, questa Conferenza, potrebbe diventare il luogo dove ritrovare il senno perduto. Amministratori locali e Soprintendenza potrebbero stringere un patto di ferro e, ognuno per la propria parte concorrente, ripristinare il principio di “ primarietà “ sulle materie di tutela, valorizzazione e conservazione dei beni patrimoniali, storici, architettonici e paesaggistici. Sfoltendo, contemporaneamente, quelle lottizzazioni fatte in dispregio dei vincoli idrogeologici e di natura speculativa, invasive e inutili.
Le strade ci sono e sono percorribili. Occorrono buoni, preparati e lungimiranti amministratori per il “ governo “ di un territorio complesso, dagli equilibri naturali da tutelare, con un patrimonio storico da valorizzare, consapevoli che NOI non siamo i padroni del “ fare “ e, soprattutto, del “ disfare “.

Michele Angelicchio

 

 

 

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