Menu Chiudi

Il Sindacato di Polizia sui fatti di San Severo e Vieste

Capitanata e Gargano: siamo ad un bivio: in molte situazioni del vivere esiste una sottile linea di demarcazione tra dinamiche reversibili e processi senza via di ritorno. Pensiamo affermare, alla luce di quanto sta accadendo nella provincia di Foggia negli ultimi mesi, o sarebbe corretto dire negli anni appena trascorsi, che siamo stati facili profeti. Dal Gargano, con i suoi centri turistici, alla Capitanata, senza escludere il Basso Tavoliere, registriamo una sequenza di episodi, tra loro legati da un neanche tanto sottile filo rosso, che delineano una recrudescenza debordante in termini di fenomenologia criminale.

Ce ne sarebbe abbastanza perché qualunque addetto ai lavori assuma quei territori e la gente per bene che li vive quotidianamente, quale priorità assoluta. Si sta infatti delineando quel comprensorio territoriale quasi alla stregua di una enclave, una sorta di zona franca, dove tutto è possibile e tutto allo stesso tempo diventa difficilmente preventivabile.

Solo da ultimo, nella nottata appena trascorsa, veicoli con i colori di istituto della Polizia di Stato, parcati nei pressi di un albergo del centro di San Severo presso cui alloggia un contingente impegnato in servizi aggiuntivi di ordine pubblico provenienti da altri reparti della regione, è stato fatto segno di colpi di arma da fuoco.

Al di là della quantificazione del danno materiale, appare incontrovertibile l’inaudita forza simbolica che un atto simile imprime nelle menti e nelle coscienze di quella che con una definizione abusata si suol definire la parte sana della società civile. Si tratta infatti di un atto che rappresenta l’anello finale di una catena di atti criminali che, in rapida sequenza, stanno di fatto stuprando una intera provincia. 

Del tutto intellegibile appare come il susseguirsi di fatti come questo rendano il tessuto sociale ed il convivere civile una mera enunciazione di principio. Basti pensare all’inquinamento delle “sorgenti” economiche che i proventi illeciti derivanti dalle attività estorsive e dal traffico di stupefacenti, causano in quegli ambiti territoriali. E’ solo di ieri il sequestro operato dalla Polizia di Stato a Vieste di otto quintali di stupefacente insieme ad armi e contante. Del tutto preventivabile risulta quindi l’impatto che flussi di denaro “sporco” possono avere su un sistema economico come quello dei centri della costa garganica.

Ormai i termini della questione possono apparire nebulosi e di non facile decifrazione solo a chi non abbia la volontà di leggerli. Il livello dello scontro tra lo stato e le organizzazioni criminali ormai non è eludibile. La posta in gioco è la medesima. Il controllo del territorio, la gestione dei sistemi economici di scala, la scrittura delle regole di convivenza, il futuro.

SIAP Sindacato Italiano Appartenenti Polizia – Puglia