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Smaltimento rifiuti/ Dibattito acceso tra i Comuni del Parco: ancora divisi sulle scelte da fare. Tra favorevoli e contrari alla costruzione di due impianti di trattamento.

Dopo il cambio di discarica – da Deliceto (struttura quasi satura) a Foggia – disposto dal Commissario regionale ad acta dei rifiuti Gianfranco Grandaliano per il trasferimento indifferenziata di otto paesi (dei diciotto che scaricano lì) del Gargano e dell’Alto Tavoliere (Peschici, Mattinata S. Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, S. Giovanni Rotondo Serracapriola, Poggio Impe­nale e San Paolo Civitate) si accende il dibattito tra i sindaci del promontorio. Il trasferimento – come è ben noto – è stato congelato dopo l’in­contro avvenuto a Bari la scorsa settimana tra i primi cittadini e il commissario regionale. Al termine di quell’incontro fu anche scongiurato il conseguente raddoppio (da 95 euro a tonnellata a 180 euro) dei costi del servizio (rientrò anche la protesta dei sindaci), ma le parti assunsero degli impegni ben precisi: al commissario il compito di approntare delle modalità di conferimento con aumenti minimi dei costi e ai Comuni dietro invito di Grandaliano- quello di ideare un progetto finalizzato alla gestione del ciclo dei rifiuti da presentare a Bari. Nel frattempo si continuerà a conferire a De­liceto. Il sindaco di Peschici nonché presidente dell’assemblea dei sindaci del Parco nazionale del Gargano, Franco Tavaglione, ha subito lan­ciato una proposta sul tema, sulla quale i sindaci si confronteranno a breve durante una apposita seduta della comunità del Parco: «Costruire due impianti sul Gargano, uno al servizio della parte sud del promontorio e una per la parte nord. Due impianti di trattamento, sia chiaro, compatibili con la natura del territorio. Non c’è altra so­luzione. Poi presenteremo la proposta alla Re­gione». Su quella proposta fioccano le reazioni. «Con­divido la proposta di Tavaglione, ma aggiungo anche – spiega il sindaco di Vico del Gargano, Michele Sementino – che, per l’immediato; la Regione non può non pensare di ricorrere all’eventualità di utilizzare delle discariche pri­vate, in primis quella di Cerignola per esempio per contrastare l’emergenza. Il tutto ovviamente in attesa della programmazione futura. Voglio anche precisare che non sempre è colpa dei Comuni se si creano queste situazioni di emer­genza, perché il ciclo dei rifiuti; va sottolineato lo “chiude” la Regione, a cui tocca il compito in base alla normativa». Gli fa eco da San Giovanni Rotondo, il capogruppo Fl Mimmo Longo:«Voglio chiarire di essere sulla stessa lunghezza d’onda di Tavaglione. Sia chiaro che sul Gargano – che è area protetta – è possibile pensare di costruire solo impianti di compostaggio per il trattamento dell’umido, che si badi bene incide per circa il 40 per cento del costo della differenziata. Non si può parlare di altri genere di impianti visto che siamo in area protetta. Con la costruzione per esempio di due impianti di biostabilizzazione sul Gargano abbattiamo anche i costi del trasporto dei rifiuti e si risolve in buona parte il problema. Io sono per l’utilizzo di discariche pubbliche – aggiunge Longo – ma poiché servono minimo tre anni per farle, ritengo che per l’immediato sono d’accordo con quanto afferma Sementino di ri­correre eventualmente alle discariche private». Intanto l’assessore alla qualità dell’ambiente della Regione Puglia Domenico Santorsola – do­po la diffida – ha disposto il commissariamento di nove Aro (ambiti di raccolta ottimale) dei 38 di Puglia, tra i quali figura quello di Aro Foggia 1 che riguarda i Comuni di Manfredonia, Mat­tinata, Monte Sant’ Angelo, San Giovanni Rotondo, Vieste e Zapponeta. «Abbiamo individua­to, in qualità di commissario per le situazioni incagliate, l’avvocato Grandaliano, che è anche commissario dell’ Agenzia regionale dei rifiuti. Riteniamo – spiega Santorsola sull’argomento che una visione d’insieme di tutti gli aspetti connessi alla gestione, possa rappresentare un utile strumento per la soluzione delle questioni ancora ferme».

Francesco Trotta

 

 

 

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