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Presentato ViTA il sistema virtuale per contrastare la demenza senile. Il progetto è uno dei primi esempi di utilizzo di tecnologie cognitive per il recupero di memoria.

Nell’ambito del programma Impact Grant, la Fondazione IBM Italia sta lavorando a un progetto pilota con l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo per dimostrare che i sistemi cognitivi aprono nuove prospettive nel rapporto tra tecnologia e memoria.
L’interazione con sistemi in grado di apprendere e fornire stimoli per preservare la memoria o il suo declino può essere particolarmente efficace nell’aiutare le persone anziane o chi è affetto da malattie neurodegenerative.
In particolare, la soluzione raccoglie frammenti di memorie e li organizza in una mappa in cui ogni frammento è collegato all’altro attraverso storie che aiutano a navigare con diverse modalità questa mappa. Un frammento di memoria può essere un testo, una fotografia, una musica come una canzone o un video che riporta a un’emozione, ed è collegato a ogni singolo evento vissuto che potrebbe coinvolgere persone, oggetti, luoghi e sentimenti.
Nonostante i dati dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, che stima entro il 2050 più di 130 milioni di persone colpite da demenza senile, si posso contare ad oggi soltanto pochissimi successi nella lotta a rallentarne i sintomi. Tra questi vanno annoverati interventi di prevenzione mirati al controllo di fattori quali nutrizione, esercizio e training cognitivo. È proprio in quest’ultimo settore che ViTA potrà fornire il suo contributo.
La tecnologia può fungere da ponte per abbattere le barriere e ricostruire i legami tra gli anziani e chi li assiste. Grazie all’interazione vocale con il sistema, si generano così sentieri di memoria fortemente personalizzati da utilizzare come stimoli cognitivi in grado di migliorare il benessere dell’anziano. Le persone possono interagire così con le tecnologie cognitive di ViTA, richiamare le proprie memorie, anche semplicemente scorrendo il proprio album di ricordi.
La soluzione è implementata sulla piattaforma Watson IBM, che integra diversi servizi disponibili attraverso IBM BlueMix come IBM Watson Conversation, Watson Natural Language Understanding, Watson Text-to-Speech e annotatori sviluppati con IBM Knowledge Studio, grazie al lavoro dei ricercatori italiani di IBM Research & Business. La soluzione integra anche CEDAT85 + Voce per la parte speech to text in italiano.
ViTA è accessibile tramite tablet o smartphone, ma sono allo studio anche possibilità di uso attraverso oggetti “intelligenti” della vita quotidiana come una lampada. ViTA comunica con la voce ed è in grado di interagire digitando o, semplicemente, navigando tra immagini e icone.
Il sistema sarà sperimentato nei prossimi mesi da un gruppo di anziani con sintomi di demenza precoce seguiti e selezionati dall’Unità di Geriatria dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza. L’obiettivo sarà comprendere come il racconto e l’ascolto di queste storie possa contrastare stati emotivi negativi come agitazione, tristezza o apatia e rafforzare comportamenti positivi come nutrizione, idratazione e movimento, spesso carenti.

«Le innovazioni tecnologiche a servizio dell’invecchiamento attivo – spiega Domenico Crupi direttore generale dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza – rappresentano uno degli ambiti di interesse più importanti per il nostro Istituto. L’esperienza che stiamo conducendo assieme alla Fondazione IBM Italia va letta in continuità con le numerose iniziative sulle patologie neurodegenerative che ci vedono coinvolti a livello internazionale, da ultimo un progetto di robotica assistiva che stiamo svolgendo con partner giapponesi. Il progetto progetto ViTA è inoltre significativo perché incide su uno degli aspetti più drammatici per i pazienti affetti da Alzheimer: la perdita della memoria che per molti di essi coincide con la perdita della propria identità».
«Le tecnologie cognitive – sostiene Enrico Cereda, ad di IBM Italia e presidente della Fondazione IBM – hanno la capacità di trasformare e migliorare alcuni aspetti della nostra vita quotidiana. In questo caso specifico, l’interazione con sistemi di intelligenza aumentata costituisce un aiuto concreto sia per le persone anziane, o colpite da malattie neuro-degenerative, sia per chi si prende cura di loro. La tecnologia che IBM ha messo a punto, infatti, è in grado di apprendere e fornire stimoli per preservare la memoria o rallentarne il declino. La partnership con l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza – conclude Cereda – segna una tappa significativa nel rendere più efficaci i servizi di assistenza così come noi li intendiamo».