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A Vieste si vieti immediatamente l’esercizio dell’accattonaggio e si dispongano controlli capillari.

Con l’inizio della stagione estiva “prendono servizio” i soliti professionisti dell’arte di chiedere, anzi di pretendere l’elemosina. Possiamo, senza esagerare, definire il fenomeno di che trattasi, un vero e proprio rachet dell’elemosina. Non si tratta di singole persone bisognose di aiuto e a cui va l’attenzione dei Servizi Sociali, dell’Associazionismo e dei privati ma di vere e proprie organizzazione criminali che sfruttano gli accattoni per rimpinguare le proprie tasche.
Si possono facilmente notare per le strade del centro, posizionati all’uscita dei supermercati, ognuno è collocato nella propria zona di “appartenenza”.
E’ necessario affrontare subito il problema dell’accattonaggio, perché viene esercitato senza interruzione e con insistenza, spesso, purtroppo, anche con intimidazioni e minacce.
Ormai questi soggetti spaventano sistematicamente cittadini e turisti, impediscono la libera fruizione di strade, marciapiedi ed aree pubbliche.
Agire adesso è doveroso affinché la pratica dell’accattonaggio,ormai esercitata in forma strutturata ed organizzata, non possa alterare la percezione, già precaria, della sicurezza nei cittadini, nei numerosi ospiti e nei commercianti.

Saverio Prencipe – Confesercenti Vieste –