Menu Chiudi

Isole Tremiti/ ….a Gaetano, insieme a parlare di isole. Erri De Luca. Intervista al giornalista-scrittore di Gaetano Simone (audio)

Nell’ambito della rassegna di Aperitivi Letterari sulle Isole Tremiti, organizzati del bar enoteca Eraora, da un po’ di anni ha familiarizzato con l’isola Erri De Luca, “lo scrittore del decennio” come lo ha definito il corriere della sera. Ed è proprio da questa definizione che è cominciato il nostro assolato pomeriggio sulla veranda dell’hotel Eden, davanti ad un dolce al limone e un succo di frutta, due fari azzurri su una camicia chiara e la saggezza tra i capelli, mi hanno parlato dell’”isola”.

Erri: La definizione “lo scrittore del decennio” non mi pesa, è un complimento e spero di oltrepassare il decennio.

Come è approdato alle Isole Tremiti?
Erri: Un invito a tenere un incontro, e siccome non l’avevo mai vista questa isola, e a me piacciono le isole, ecco che è stata l’occasione per venirci a mettere il naso. Quello che ho trovato è un isola che mi ricorda quella dell’infanzia che è Ischia degli anni 50. Tremiti in qualche modo mi riporta a quei tempi. Tremiti è un isola riservata. Ha una sua riservatezza morfologica dovuta all’assenza di spiagge che screma una buona parte di possibile clientela. Poi non ci sono attracchi per grandi yacht e quindi non è Capri.

In un episodio di “In alto a sinistra” lei dice che la libertà è stare in un giardino chiuso o in un isola d’estate. Eppure Tremiti come tante isole minori, sono servite a imprigionare più che a liberare.
Per me la massima libertà si manifestava quando sbarcavo su quell’isola d’estate d’infanzia, Ischia. Li avveniva proprio una libertà fisica, a partire dai piedi, si andava scalzi per formare quel callo. E quel callo era il contatto diretto con la libertà. E da qui ho capito presto che il mio punto di vista geografico sulle isole è completamente opposto a quello dei poteri costituiti, i quali hanno visto invece nelle isole una specie di clausura e ci hanno piantato prigioni. Il mediterraneo è pieno di isole minori servite per recludere. Perché hanno visto il mare come una specie di fossato che isolasse dalla terra ferma. Invece io la vedo completamente in maniera diversa. Per me l’isola è la massima espressione della libertà perché è aperta tutta intorno. E in più il mare per me è una grande via di comunicazione e non un fossato di sbarramento.

Dai suoi libri si evince anche una grande passione per la montagna.
Erri: Sono uno scalatore, mi arrampico su pareti. La montagna è la superfice sul quale il mio corpo si muove meglio. L’ho scoperto intorno ai trent’anni, ho scoperto che quel movimento di strisciare verso l’alto, si confaceva alla mia struttura fisica. Il posto dove il mio corpo si esprime con più felicità. A differenza del mare che è stato il mio albero maestro, mi ha insegnato il rapporto severo con la natura.

Nei suoi scritti è molto preciso riguardo a dinamiche di branco degli animali, o conformazione di piante e territori, quasi da documentarista più che scrittore di libri.
Erri: Per ammirazione e curiosità suscitata nei confronti degli animali. Per me gli animali sono maestri di comportamenti di vita. Nessun animale si rammarica di aver fatto qualcosa in quel momento, qualcosa che poteva fare meglio. E’ sempre presente e reagisce nel miglior modo possibile nel tempo presente. Mentre noi uomini inciampiamo continuamente nel tempo presente.

Quando si volge lo sguardo “In alto a sinistra”, per la psicologia, l’individuo sta tentando di ricordare. In diversi episodi di questo libro, in particolare ne “il pannello” lei parla di una scuola con i presupposti del 68. Che ne stato di quel fuoco?
Erri: Intanto spiego il perché di quel titolo. Mentre a me se un libro no piace lo abbandono, mio padre invece era del parere che i libri vanno letti comunque ed era sempre contento di voltare la pagina dove la storia continua, li in alto a sinistra.
Io sono stato un militante rivoluzionario pertanto ho dei ricordi ben precisi di quel periodo, anni 70, nel quale ho appartenuto ad una comunità, non era una faccenda solo mia. Le rivoluzioni sono state il motore principale della storia del 900. Con le rivoluzioni ci si è liberati da tutti gli imperi coloniali sparsi su tutta la superficie del pianeta, sono nati nuovi stati che si sono affrancati dalle dipendenze e sono diventati nuovi e indipendenti. Con le rivoluzioni si è mosso il 1900 ed io ho fatto parte delle ultime generazioni rivoluzionarie del 900, pertanto i miei ricordi sono molto di parte, non sono uno storico.

E oggi, troveremo Tremiti nei prossimo suoi scritti?
Erri: L’ho appena fatto. Repubblica mi ha chiesto di raccontare di un posto personale e ho raccontato di questo. Tremiti circola già tra le mie pagine oltre che tra le mie ossa.

 

gaetano simone

{mp3}55745{/mp3}