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Vaccini/ Ricercatori scrivono a Emiliano: “Ricordati che salvano vite umane”

Dopo le polemiche sorte intorno all’annuncio della Regione Puglia di assistere nei ricorsi i genitori contrari all’obbligo vaccinale, alcuni docenti e ricercatori dell’Università di Bari e di altri enti di ricerca locali hanno scritto una lettera aperta al governatore Michele Emiliano chiedendo “un impegno forte e concreto per un’alleanza virtuosa fra comunità scientifica e istituzioni per contrastare con maggiore determinazione tutte le situazioni che tendono a minare il ruolo dei vaccini, affermando senza ‘altre verità’ che questi rappresentano uno strumento insostituibile della prevenzione individuale e della salute pubblica”.

La lettera è firmata per ora da 22 studiosi: fra loro c’è anche il prorettore Angelo Vacca, che è anche presidente onorario della Società italiana di immunologia, immunologia clinica e allergologia. Nei giorni scorsi Emiliano aveva incontrato alcuni cittadini ed esponenti di associazioni contrarie alla legge 119 e aveva ribadito loro che la Regione è stata sempre favorevole all’obbligo vaccinale previsto dalla precedente normativa con cui la Puglia era tra le prime in Italia, mentre la nuova legge sta facendo ridurre la propensione ai vaccini. Piuttosto che agire con le sanzioni previste dalla legge 119 per chi non si vaccina, pertanto, la Regione Puglia cercherà di tornare ai livelli passati promuovendo la cultura vaccinale con campagne informative.

Nella lettera i ricercatori rimarcano che “i vaccini salvano vite”, che “affidarsi alla scienza è un dovere per le istituzioni” e che “il traguardo sarà raggiunto quando avremo riguadagnato la fiducia dei cittadini in un importante strumento di prevenzione quale quello della vaccinazione”. Ed evidenziano che “l’ampliamento degli obblighi vaccinali” è “una scelta” che serve “a superare le disuguaglianze regionali in tema di offerta
vaccinale”. Con un passaggio poi sulle “infondate preoccupazioni alimentate anche dai new media”, i docenti rilevano che “sanità pubblica vuol dire porre l’interesse collettivo in tema di salute al di sopra di quello del singolo”.

“Vivere in una collettività – concludono – significa non arrecare danno alla salute altrui, bambini, anziani e persone fragili in particolare, in nome di una presunta libertà di non vaccinare”.