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FOGGIA/ L’UDC È IL PIAVE CONTRO I POPULISMI – CESA: “AGGREGATORI DEI VALORI DEMOCRISTIANI”

Il popolo dell’UdC ha risposto presente all’appello del partito, ritrovatosi nella sala convegni dell’ente Fiera di Foggia, alla presenza dei vertici nazionali e regionali. Una presenza, massiccia e compatta, che è arrivata fino in Campania, dov’era il presidente Michele Emiliano, intervenuto al telefono, convinto sostenitore del contributo che l’UdC ha dato e sta dando al governo della Puglia, al quale ha assicurato «un carattere popolare e un rapporto schietto, amichevole, ma sempre orientato a realizzare il comune progetto per la Puglia. Mi sono battuto perché anche a livello nazionale il mio segretario si rendesse conto del ruolo dell’UdC, che in Puglia considero come il mio popolo, ma non ci sono ancora riuscito; spero che si possa, anche grazie alla saggezza del segretario Lorenzo Cesa, arrivare a ritrovarsi anche a Roma.» La convetion foggiana dei democratici cristiani, ma senza nostalgie, è stata aperta dal ricordo, affidato a Napoleone Cera, presidente Gruppo Popolari Regione Puglia, dell’assessore Salvatore Negro, recentemente scomparso. Agli interventi di saluto affidati a Dario Iacovangelo, segretario cittadino, a Leonardo Iaccarino, capogruppo in consiglio comunale a Foggia, a Giuseppe Mangiacotti, consigliere provinciale e delegato al lavoro della Provincia di Foggia, a Salvatore Ruggeri, segretario regionale che sottolineato come se «continuiamo a parlare di UdC lo si deve al lavoro del segretario Cesa e all’impegno dei nostri iscritti sul territorio, alimentando un dialogo che invece Renzi non ha saputo tenere vivo e aperto, perdendo il consenso della gente che lo ha votato» è seguito l’intervento di Napoleone Cera. «Siamo riuniti perché ci siamo dati un compito non semplice. Di quelli che piacciono a noi dell’UdC che non amiamo nasconderci, ma dichiariamo sempre le nostre posizioni, anche quando ci costano fatica e consensi. Da questa terra di Capitanata, l’UdC ha avuto modo di esternare le sue posizioni sulle trivelle in mare, aprendo la campagna nazionale da Vico del Gargano, senza timore di schierarsi contro il parere del Governo. E da questa terra, più o meno un anno fa, l’UdC ha dato un segnale inequivocabile a chi voleva rivedere la Carta Costituzionale, cancellando il lavoro e il delicato sistema istituzionale organizzato da nostri patri costituendi», ha ricordato Napoleone Cera che ha sottolineato: «Non può esserci democrazia sociale se non c’è democrazia politica. Ovvero se il trasformismo violenta la capacità della politica di cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere la coesione sociale e, quindi, la stessa identità nazionale, tanto più cara nella misura in cui si addensano all’orizzonte le nuvole di un autonomismo di facciata.» Allora si pone un interrogativo: come dare rappresentanza a rinnovate esigenze e come queste rappresentazioni trovano collocazione politica? «In Puglia stiamo vivendo un laboratorio politico che potrebbe essere preso come esempio in un tavolo nazionale. Perché il centrosinistra pugliese, dove l’UdC è un punto di riferimento fondamentale, è completamente diverso al centrosinistra nazionale che ha governato il Paese nella legislatura che si sta concludendo. Tanto più il centrosinistra pugliese è rappresentazione di molteplicità di voci, tanto più quello nazionale è sordo a ogni voce. Tanto più il centrosinistra pugliese è attento all’ascolto dei territori, tanto più quello nazionale è disattento, incurante, insofferente verso le giuste aspettative dei territori», continua il presidente dei Popolari.
«Il trasformismo non è nell’UdC ma in chi rappresenta il centrosinistra. Perché noi siamo abituati a sposare e sostenere un programma e un’idea di governo, altri la interpretano secondo esigenze e tornaconti personali. Il centrosinistra di Emiliano, pur con i suoi difetti e le sue mancanze, riconosciute anche dallo stesso governatore, è diverso dal centrosinistra di Renzi, dove la collegialità è un concetto per manuali politici, mentre ci si muove e si governa a titolo personale. Il centrosinistra di Emiliano riconquista Lecce e tiene banco a Taranto, quello di Renzi invece si accappotta in Sicilia, ma non è un merito di Emiliano o un demerito di Renzi, è merito dell’UdC, perché chi sta con noi vince, chi decide di stare da un’altra parte perde, e perde anche in malo modo.», conclude Napoleone Cera. Al segretario provinciale, on. Angelo Cera, il compito di analizzare lo stato di salute del partito che, come ha evidenziato, ha già pronti alcuni candidati per le prossime amministrative. Così Costantino Ciavarella, sarà il candidato a San Nicandro Garganico, Lella Savastano a Vico del Gargano e Generoso Perna a San Paolo di Civitate. «L’UdC è pronta, com’è stata sempre pronta, grazie al lavoro quotidiano sul territorio. La gente che è arrivata alla Fiera di Foggia non risponde solo a un appello del partito, ma viene a rappresentare il suo amore ai valori democratici e cristiani. Abbiamo muscoli pronti allo scatto e motore acceso, perché qui in Capitanata, ma il discorso vale per ogni parte della Puglia e presto sarà anche a livello nazionale, si vince solo con l’UdC. Lo dimostreremo sia nei collegi uninominali che in quelli proporzionali, convinti delle nostre ragioni politiche e del nostro modo di fare politica», ha ricordato l’on. Cera che ha continuato «Mi pare che sia finito il tempo di fare beneficienza, di correre in soccorso di questa o quella coalizione per tenerla in vita e portarla alla vittoria elettorale. Qui in Capitanata da sempre l’UdC fa registrare risultati importanti. Lo facciamo perché siamo abituati a stare con la gente e tra la gente. L’UdC ha una segreteria, degli organi politici, democraticamente eletti, svolge congressi e incontri sul territorio. Il nostro indirizzo è noto e il mio numero di telefono è patrimonio di tutti gli iscritti e i simpatizzanti. Mi piacerebbe sapere se altri hanno domicilio e segreterie aperte su tutto il territorio provinciale, mentre dicono di farsi portatori delle esigenze dei cittadini.» Il deputato di San Marco in Lamis, ricordando che in Capitanata l’Udc ha suo rappresentanti ad ogni livello, ha così concluso. «L’Udc è il Piave contro il populismo e il trasformismo, contro l’uomo solo al comando, contro le alchimie di una politica che non fa più politica, che non cura più gli interessi generali del Paese e che dimentica di stare dalla parte dei cittadini. L’UdC sta dalla parte del Paese reale. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma sia chiaro a tutti, nessuno ci metterà da parte, anche perché chi sta con noi sta sempre dalla parte giusta.» La convention foggiana è stata conclusa dall’intervento del segretario nazionale, Lorenzo Cesa. «Nella politica italiana occorre recuperare concretezza. Ce lo chiedono i giovani che attendono risposte concrete alle loro esigenze di futuro. Ce lo chiedono le famiglie che attendono risposte concrete nel sociale e nei servizi. Ce lo chiede il Paese che ha bisogno di ritrovare una ragione di coesione e di obiettivi comuni. Bisogna essere concreti e coerenti, come l’UdC è con gli impegni presi ad ogni livello, senza inseguire umori del momento», in questo senso il segretario Cesa ha ricordato il suo incontro con il cancelliere tedesco Helmut Kohl che amava ricordare “se avessi seguito sondaggi e opinioni degli esperti non avrei mai unificato la Germania”. Quindi per Cesa «Inseguire le mode non è il compito della politica, la politica deve difendere valori e dare concretezza, anche per eliminare la sempre più crescente distanza della gente dalla politica. La sfida è su questo terreno: si vince se si convince, ovvero se i partiti ritornano ad essere contenitori di progetti che riguardano il futuro della gente.»
Poi il segretario nazionale ha ricordato che l’UdC dovrà «Farsi protagonista di una riunificazione dei valori democristiani a ogni livello, perché esiste uno spazio da conquistare nel rimettere insieme i temi cari ai valori democratici e cristiani, ma non è uno spazio per avere poltrone, ma per ridare un progetto al Paese, così come era stato in precedenti stagioni politiche che hanno portato l’Italia tra le maggiori potenze industriali del mondo. In questo senso, il nostro impegno deve essere prima di tutto orientato al riordino del sistema degli enti locali. Io non chiedo più autonomia per le Regioni, ma credo che sia necessario realizzare macroregioni per essere più competitivi in Europa, dove non riusciamo ancora a utilizzare gli enormi finanziamenti messi a disposizione dai
fondi europei. Dobbiamo anche uscire dalla ambiguità delle Province, appese a una situazione che non giova a nessuno. A mio avviso dobbiamo farci carico di un rinnovato finanziamento delle Province.» Cesa infine ha ricordato la posizione del partito sulla legge elettorale. «Una legge che non abbiamo votato ma che sta bene a Grillo, a Berlusconi e a Renzi che possono decidere i candidati, mentre noi volevamo il sistema delle preferenze anche al proporzionale. Conclusa l’esperienza di Area Popolare, il nostro compito è di aggregare un area che ha radici antiche, per questo ci candidiamo ad essere non la quarta gamba che è offensivo, ma di riportare in Parlamento gente che porta avanti i valori democristiani per il rilancio del Paese. Lo faremo anche con Angelo Cera che sarà un autorevole candidato della terra di Capitanata.»