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SANREMO2018/ Max Gazzè in gara con La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno – IL TESTO DELLA CANZONE –

Arriverà sul palco dell’Ariston, con il solo ausilio del microfono, “La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno”, uno dei brani del nuovo cd di Max Gazzè, l’originale artista italiano, da vent’anni ormai protagonista delle classifiche.

Un esperimento curioso che a lui piace definire “sintonico”, già adottato dal maestro Ennio Morricone, che unisce musicalmente i sessanta elementi della Bohemian Symphony Orchestra di Praga con i sintetizzatori.

L’artista spiega: «Nel mio nuovo disco non ci sono canzoni pop». Questo dimostra l’esigenza da parte dell’artista di cambiare gli schemi e di allontanarsi dai brani pieni di ritmo e ironia, che poi canticchi per mesi. Con questa canzone torna il ragazzo che a Bruxelles era «un topo da libreria» e che ha sempre continuato a leggere e a studiare.

«Al festival soltanto nella serata del venerdì restituirò al pop la Leggenda di Cristalda e Pizzomunno con la versione che ne farò sul palco con Roberto Gatto alla batteria e Rita Marcotulli al pianoforte», “arricchita” da una leggerezza creativa in grado di superare le frontiere della musica.

La Leggenda Di Cristalda E Pizzomunno – Testo –

Tu che ora
Non temi,
Ignorane
Il canto…
Quel coro ammaliante

Che irrompe nella mente
E per quanto
Mulini
Le braccia oramai
Non potrai
Fare più niente.

Ma se ti rilassi
E abbandoni
Il tuo viso
A un lunghissimo
Sonno,
O mio Pizzomunno,
Tu guarda
Quell’onda
Beffarda
Che affonda
Il tuo amore indifeso.

Io ti resterò
Per la vita fedele
E se fossero
Pochi, Anche altri cent’anni!
Così addolcirai gli inganni
Delle tue sirene…
Cristalda era bella
E lui da lontano
Poteva vederla
Ancora così
Con la mano
Protesa
E forse una lacrima scena
Nel vento.

Fu solo un momento,
Poi lui sparì
Al largo
E lei in casa cantando…
Neppure il sospetto
Che intanto
Da sotto
La loro vendetta
Ed il loro lamento!

Perché poveretta
Già avevano in cuore
I muscoli tesi
Del bel pescatore,
E all’ennesimo
Suo rifiuto
Un giorno fui punito!
Ma io ti aspetterò…
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!

E allora dal mare
Salirono insieme
Alle spiagge
Di Vieste
Malvaghe
Sirene…
Qualcuno le ha viste
Portare
Nel fondo
Cristalda in catene
E quando
Le urla
Raggiunsero il cielo,
Lui impazzì davvero
Provando
A salvarla,
perché più non c’era…
E quell’ira
Accecante
Lo fermò per sempre.

E così la gente
Lo ammira
Da allora,
Gigante
Di bianco calcare
Che aspetta tuttora
Il suo amore
Rapito
E mai più tornato!

Ma io ti aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent’anni!

Si dice che adesso
E non sia leggenda,
In un’alba
D’agosto
La bella Cristalda
Risalga
Dall’onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda.

 Alessia Campaniello

4A Liceo Scientifico “Fazzini-Giuliani” – Vieste –

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