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Vieste/La (quasi) Marijuana legalizzata: cosa è cambiato?

Molti ne parlano, e molti sono scettici, ma la notizia è veritiera. Vieste ha legalizzato la (quasi) marijuana. Quello della legalizzazione è forse uno dei taboo più storici della politica italiana, che molte volte ha visto politici e non cercare di avanzare campagne di sensibilizzazione riguardo questo argomento: tra tutti possiamo ricordare Marco Pannella, o in tempi più recenti Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli esteri. All’inizio del 2018 proprio lo stesso Dalla Vedova ha avanzato una proposta di legge assieme ad altri 60 parlamentari che prevedeva il diritto di autoproduzione e di consumazione della Cannabis, proposta che arenò in partenza, visto che la maggioranza dei politici presenti in parlamento fu contraria all’avanzare della legge. Ma allora come è possibile che qui a Vieste la marijuana è legale? Prima che a qualcuno prenda un colpo, Vieste è solo uno dei tantissimi comuni che ha aderito al consumo e alla vendita di un tipo molto speciale di marijuana che è appunto legale. Il perché è molto semplice, queste infiorescenze possiedono un livello di THC-A sintetasi più basso rispetto al limite posto dalla legge Fini-Giovanardi, che pone droghe leggere e droghe pesanti sullo stesso piano. Il THC è soltanto uno degli 85 cannabinoidi presenti nella canapa, ma è anche il principale, perché è quello con l’effetto psicotropo più forte. In altri termini, quello che da la sensazione di “sballo”. Il principale sì, ma non l’unico, perché la marijuana che ora è venduta nel nostro territorio abbonda di un altro cannabinolo: il CBD. CBD è l’acronimo di cannabidiolo, una sostanza dai mille benefici, di cui piano piano si viene a conoscenza. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Experimental Medicine, il CBD ha la capacità di sopprimere il doloro cronico infiammatorio e non solo: ha anche una funziona antiemetica, trattando efficacemente i sintomi di rigetto. Di recente sono stati anche pubblicati studi che dimostrano le proprietà anticonvulsanti del CBD: è il caso di Charlotte Figi, una bambina di sei anni affetta da una forma debilitante di epilessia, che era costretta ad affrontare ripetute crisi, circa 1200 al giorno. I suoi genitori erano disperati e non sapendo più come alleviare i suoi problemi, provarono l’olio estratto dal cannabidiolo. I risultati? Oggi, le crisi epilettiche sono scese a tre al mese. Potrebbe quasi sembrare un miracolo, ma le storie sull’efficacia del CBD contro l’epilessia sono una realtà sempre più frequente. Per quanto il CBD sia importante, non va trascurata anche l’importanza del THC, che induce l’autofagia nelle metastasi tumorali. L’autofagia è considerato un processo che garantisce la sopravvivenza delle cellule, ma che può anche portare alla loro morte. Grazie a questo processo si è dimostrato come le cellule del delta-9-THC riescono a interrompere l’avanzare dei tumori, e ridurne l’area di concentrazione, fino a distruggerla del tutto. Studi che ovviamente non sono ancora dimostrati al 100%, ma che anno dopo anno fanno progressi sempre più importanti. E allora perché non seguire la scia delle numerose Nazioni che stanno legalizzando la Cannabis? Portogallo, Olanda, 14 stati degli USA, Spagna, sono solo alcuni degli stati in cui è legale consumare marijuana. I benefici tratti da questi sono tantissimi: il Colorado ad esempio, piccolo stato degli USA, la legalizzazione della marijuana porta nelle casse dello stato quasi 5 milioni di dollari al mese. Un fatturato che viene interamente utilizzato per risanare i servizi pubblici come le scuole, o i mezzi di trasporto. Probabilmente il problema di noi italiani è la mentalità: basta vedere che in questi paesi la qualità della vita è aumentata a dismisura, proprio perché le persone che consumano marijuana (che sono tantissime ormai: in Italia nel 2017 è stato dimostrato che il 40% della popolazione consuma o ha consumato cannabis) non vengono più perseguite penalmente, mentre qui vengono arrestati e spesso anche picchiati dalle forze dell’ordine, perché categorizzati tossici (Stefano Cucchi su tutti). Il proibizionismo ha fallito, è questo è un dato di fatto, per questo motivo l’Italia dovrebbe cambiare la proprio modo di pensare e aprire gli occhi, come sta facendo l’intera Europa ormai. Non lasciamo che le mafie continuino ad arricchirsi sulle nostre spalle: legalizzandola bloccheremmo un mercato che ogni anno porta nelle tasche della criminalità organizzata più di 600 milioni di euro. Ma forse in un paese corrotto come l’Italia questa cosa non avverrà mai, anche grazie alla mentalità chiusa di cittadini e politici, che credono ancora che anche solo pensare di legalizzarla sia una follia, ritenendola un pericolo. Ma come disse la famosa giornalista australiana Germaine Greer: “Solo una cosa è certa: se l’erba è legalizzata, non sarà a nostro vantaggio, ma a vantaggio delle autorità. Legalizzarla significa anche prendere il controllo su di essa.”

Mario Di Pinto
IV A Liceo scientifico