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Reporter della Tua Città/ ANDIAMO A PRENDERCELI!

In questi giorni le televisioni ci iniettano overdose di propaganda elettorale con tutto il loro contenuto fatto di promesse indecenti. Barbarie!
Intanto altra barbarie si sta consumando nei territori siriani dove gli interessi politici ed economici delle grandi potenze e quelle di una nazione che vorrebbe diventarlo (l’Iran) si scontrano mietendo vittime civili innocenti. Tutti si contendono il territorio abbandonato dai terroristi dello Stato Islamico in fuga, problema che pure andava affrontato, ma che non era chiaramente , alla luce dei fatti, il problema principale.
Ora le superpotenze e le potenze regionali si combattono tra loro e l’ interesse di tutti è il petrolio di cui quel territorio è ricco. La guerra non è mai finita e la si vede apparire in tutta la sua crudeltà nelle immagini di corpi inermi e immobili di bambini pieni di polvere estratti dalle macerie o trasportati velocemente tra le braccia di un genitore disperato verso qualche struttura ospedaliera ancora in piedi.
Ho sentito in televisione il nome di un villaggio bombardato vicino ad Aleppo che visitai in uno dei miei viaggi umanitari in moto insieme ad altri amici, mi è balzato alla mente il ricordo di Haniya e dei suoi bambini.
Haniya era tornata nel suo paese dopo aver studiato in Europa , aveva organizzato in un piccolo locale angusto e fatiscente un ”asilo” per bambini alcuni dei quali orfani. Voleva insegnare loro a essere felici e infondere un po’ di serenità. Ma per quanto si sforzasse non riusciva a scacciare il terrore e la paura nei loro occhi. Paura che man mano diventavano ”adulti” veniva sfruttata da bande senza scrupoli per trasformarla in odio e desiderio di vendetta verso il mondo responsabile di rubargli il futuro e di tanta distruzione per pura avidità.

Di Haniya e dei suoi bambini non abbiamo più notizie da anni, i miei amici di viaggio non sono più riusciti ad avere un contatto telefonico e confesso che ogni volta che scorrono le immagini televisive di quei bombardamenti, di bambini piangenti impolverati come fantasmi, spero di riconoscere gli stessi occhi che vidi in quell’asilo. Mi sembravano, se non felici, almeno sereni.

Spero che alcuni di quei bambini non abbiano imbracciato un fucile per odio ma che siano fuggiti per salvarsi.

Haniya ci spiegava che le loro povere famiglie si vendevano tutto per far partire i più grandicelli: che almeno loro tentino di vivere.

E allora io penso , bisogna smettere di ubriacarci di parole e di stracciarsi le vesti quando i morti innocenti diventano centinaia e centinaia, migliaia.
Credo che la comunità internazionale debba risvegliarsi dal sonno della ragione, non voltarsi dall’altra parte. Bisognerebbe aprire corridoi umanitari in tutte le zone di guerra.
ANDIAMO A PRENDERLI!!
Poi li riporteremo , se vorranno.
Li riporteremo un giorno in cui ci saranno solo patrie in pace e non nazioni con confini , cannoni e armi.
Anche per chi non crede come me, è una musica che si chiama Dio.

Un abbraccio ad Haniya e un bacio ai suoi bambini se sono ancora vivi.

Gaetano Manfredi