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Papa Francesco ai sacerdoti “Non fate pagare la messa”. Il Pontefice: si possono accettare le offerte ma i sacramenti sono sempre gratis.

«La messa non si paga. Se vuoi fare un’offerta falla, ma non si paga». Papa Francesco, nell’aula delle udienze in Vaticano, solleva lo sguardo dal discorso preparato e parla a braccio rivolgendosi ai fedeli. L’argomento della sua catechesi è la preghiera eucaristica, cuore della messa, che accompagna la consacrazione del pane e del vino. È l’occasione per ricordare che non può esistere un «tariffario» per i sacramenti e che neanche la messa in suffragio dei propri cari defunti può essere «pagata».

«Nessuno e niente è dimenticato nella preghiera eucaristica, ma ogni cosa è ricondotta a Dio – ha detto Bergoglio – Nessuno è dimenticato. E se io ho qualche persona, parenti, amici, che sono nel bisogno o sono passati da questo mondo all’altro, posso nominarli in quel momento, interiormente e in silenzio o fare scrivere che il nome sia detto. “Padre, quanto devo pagare perché il mio nome venga detto lì?”- “Niente”. Capito questo? Niente! La messa non si paga. La messa – ha ribadito Francesco – è il sacrificio di Cristo, che è gratuito. La redenzione è gratuita. Se tu vuoi fare un’offerta falla, ma non si paga. Questo è importante capirlo».

Già altre volte il Pontefice argentino aveva preso le distanze dai «tariffari» legati alla celebrazione dei sacramenti come battesimi e matrimoni, o delle esequie. Ieri ha ripetuto la sua contrarietà specificando in particolare le messe di suffragio, che quotidianamente i sacerdoti celebrano pregando per le anime dei defunti.
L’offerta per la messa è contemplata dal Codice di Diritto canonico, che al numero 945 recita: «Secondo l’uso approvato della Chiesa, è lecito ad ogni sacerdote che celebra la messa, ricevere l’offerta data affinché applichi la messa secondo una determinata intenzione». Ma subito dopo precisa: «È vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei poveri, anche senza ricevere alcuna offerta».
Risulta pertanto evidente che non di «tariffa» o «pagamento» si tratta, bensì di offerta, che in quanto tale è libera e soprattutto non richiesta a chi avesse difficoltà a versarla, come aveva già chiarito nel 2014 l’allora presidente della Cei Angelo Bagnasco: «I sacramenti non sono pagati in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alla necessità materiali della Chiesa».

È vero che esistono delle indicazioni di massima, ma queste vengono dalle singole diocesi o dalle singole conferenze episcopali regionali, come quella piemontese, che nell’ormai lontano dicembre 2001, aveva stabilito un’offerta di 10 euro per la messa di suffragio sottolineando che non era lecito chiedere somme superiori. Un’indicazione simile, anche come cifra, è stata proposta tre anni fa dalla conferenza episcopale umbra. Recentemente anche i vescovi della regione ecclesiastica lombarda hanno stabilito che l’offerta raccomandata sia di 10 euro, specificando che comunque si accolga ciò che i fedeli sono in grado di donare.
Offerte diversificate sono invece previste nei santuari. In uno dei più frequentati, quello del Santo di Padova, dedicato a sant’Antonio, per la memoria dei defunti c’è anche la possibilità della «messa perpetua» la cui offerta suggerita è di 20 euro, (il defunto, insieme a molti altri, viene ricordato ogni giorno per tutto un anno nelle intenzioni del prete celebrante), mentre attorno ai 400 euro si aggira l’offerta suggerita per la messa cosiddetta «gregoriana»: in questo caso i parenti del defunto scelgono un sacerdote che per un mese intero celebra quotidianamente una messa in memoria del loro caro, nominandolo durante il rito.

Un discorso diverso riguarda le celebrazioni dei sacramenti. Nella stragrande maggioranza dei casi i «tariffari» non esistono o non esistono più e il sacerdote accetta una busta con del denaro al termine del rito senza averne in alcun modo concordato prima l’ammontare. E se capita di trovarsi di fronte a persone che sono in grado di offrire poco o nulla, accade anche che vi sia chi non lascia alcuna offerta pur avendo a possibilità di farlo.

andrea tornielli
città del vaticano

 

 

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