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Peschici/ Non maltrattò la moglie assolto un imprenditore

Assoluzione per un imprenditore turistico garganico dalle accuse di maltrattamenti in famiglia. Si è conclusa con una sentenza di assoluzione del Tribunale di Foggia la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto l’imprenditore turistico di Peschici, G. A. A., per i reati di maltrattamenti in famiglia. A renderlo noto è il difensore di fiducia dell’imprenditore turistico peschi ciano, l’avvocato Matteo Ciociola. I fatti risalgono agli inizi dell’anno quando i carabinieri di Peschici, allertati da una telefonata, procedettero all’arresto in flagranza dell’allora indagato, cui seguì la denuncia-querela sporta dalla moglie. I carabinieri arrestarono il garganico trasferito nella casa circondariale di Foggia, l’arresto fu poi convalidato all’esito dell’interrogatorio da parte del giudice. All’arresto è seguita l’incriminazione e il processo, che si è concluso in un paio di udienze, il processo che si è celebrato con il rito abbreviato su richiesta della difesa. Il pm al termine, della requisitoria ha chiesto la condanna dell’imprenditore turistico ritenendo sussistenti i gravi indizi a suo carico; di tutt’altro avviso il difensore, l’avvocato Ciociola, che ha replicato (richiamandosi anche a recenti pronunce della Corte di Cassazione) che “ai fini della configurabilità della fattispecie delittuosa, la materialità del fatto deve consistere in una condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, collegati dal nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento da un’unica intenzione criminosa cioè quella di ledere l’integrità fisica o morale del soggetto passivo infliggendogli abitualmente tali sofferenze. Nulla di tutto questo di tutto è invece successo in questo caso, in quanto il mio assistito” – ha rimarcato il legale – non ha in alcun modo compiuto atti e fatti censurabili nei confronti della propria moglie tanto da integrare il reato di maltrattamenti oggetto del processo”. Il giudice all’esito della requisitoria del pubblico ministero e della arringa del difensore di fiducia, ha pronunciate sentenza di assoluzione, l’imprenditore è tornato in libertà. Le motivazioni della sentenza pronunciata dal magistrato saranno depositate nelle prossime settimane.