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Il 25 aprile a Carpino la Festa della Transumanza in ricordo del giovane pastore Antonio Facenna… perché ricordare ha i colori dell’impegno …

Ci sono delle cose che non possono aspettare, che insistono, e ci mettono fretta. E delle altre cose che, a torto o a ragione, pensiamo restino là per sempre. Come se fossero eterne.
Ci sono delle azioni che facciamo senza un rituale, senza attenzione, senza una particolare cura, come se le subissimo. Ed altre che compiamo con riguardo, con rispetto, a cui dedichiamo sacralità.
Ci sono dei luoghi da cui si passa, dei luoghi qualsiasi, da cui si va o si viene, e degli altri luoghi che teniamo dentro, molto in fondo, diventano parte di noi.
Un luogo che ti entra in corpo, rimane lì, non si sposta mai più.
I luoghi del cuore raramente si scelgono, sono loro che a un certo punto scelgono te.

Io personalmente ho solo due luoghi che sento essere parte di me, uno di questi è Carpino.
Carpino è una terra onesta, nuda e cruda, non è un luogo semplice, non è riposante, non è una terra ruffiana, anche le persone migliori non sono semplici, non sono riposanti, e neanche ruffiane, ed è una terra che non ti regala niente, anzi spesso ti mette alla prova, ti leva la forza, ti leva anche la vita.
E la sua gente, anche la sua gente è nuda e cruda, onesta, e molto vera.

Io sono una donna di città. Una città piccola, ultimamente spesso cattiva e inospitale, ma una città. E in città le cose sono più facili.
Provo un enorme senso di gratitudine e di soggezione insieme a scrivere poche righe per questa terra e per questo figlio suo, che il cielo s’è portato via troppo presto, troppo giovane.

Ci sono dei luoghi qualsiasi, belli o brutti, amati o a noi indifferenti, e poi ci sono dei luoghi che ci tatuiamo sulla pelle.
Io sono stata accolta a Carpino tanti anni fa, presa come una figlia, e adottata, io e i miei due bambini allora molto piccoli.
Da allora nessuno si è più scordato di me, senza che io facessi niente.
Carpino con me è buona, mi vuole bene.

Ci sono dei gesti che compiamo per abitudine, senza attenzione, e degli altri che crediamo eterni.
Ecco, per me Carpino è eterna, la sua gente è eterna. L’aria che si respira nei vicoli, nella piazza, e subito fuori il paese, è eterna, immortale. I sapori che assaggio sono diversi da tutti gli altri che conosco, arrivano da lontano.
Quando io poi, a casa mia, provo a cucinare le stesse cose seguendo alla lettera ricette e indicazioni, e usando esattamente lo stesso olio e lo stesso cibo, non riesco a ritrovare quel sapore. Si vede che a Carpino, là, nel paese protetto tra la montagna e il lago, c’è un segreto che io non so, che rende le cose diverse, più buone, più importanti.
Non riesco a parlare di Antonio, ma lui ha a che fare con tutto quello che fa di questa terra una terra immortale, di questi sapori dei sapori irripetibili, di queste persone, gente ospitale che ti accoglie come una bambina e non si scorda mai più di te.

Non so parlare di Antonio, io so raccontare solo le cose che conosco.
Se l’avessi conosciuto, io, Antonio, avrei ballato con lui, gli avrei tolto le castagnole dalle dita ridendo e saltando, avrei preso un pezzo di caciocavallo dalle sue mani, avrei spartito quei sorrisi che da giorni circolano sul web e mi tolgono il fiato, e a me sembra di non averne mai visti in giro, di sorrisi puliti così.
Questo avrei fatto.

A voi che siete suoi fratelli, a noi tutti, da oggi in poi, il compito di tenere alto il suo sogno.

(dal discorso di Roberta Pilar Jarussi al Teatro del Fuoco per ricordare Antonio Facenna)

La Masseria Didattica Antonio Facenna presenta la “ Transumanza “, evento che vede la collaborazione e il patrocinio del Comune di Carpino, della Proloco di Carpino, dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, del Consorzio Proloco del Gargano e dell’ UNPLI Puglia.

Il 25 aprile si festeggerà a Carpino assaporando il gusto autentico della tradizione garganica declinata nelle sue svariate e sorprendenti sfaccettature: protagonista indiscussa della giornata l’antica usanza della transumanza per poi apprezzare l’arte culinaria e quella della musica, per lasciarsi, infine, trasportare dal ritmo e dalla passione per una terra amara e amata, ripercorrendo gli stessi passi di Antonio, ormai simbolo del nostro Gargano per l’esemplare impegno e l’ammirevole dedizione. Perché “essere podolici è uno stile di vita”. Un programma ricco e travolgente, ideato per risvegliare un forte e autentico senso di comunità e appartenenza e al contempo la giusta dose di protagonismo e partecipazione attiva perché ognuno diventi l’inimitabile autore del proprio desiderio e di quei passi che segneranno la terra che culla paziente la direzione dei nostri cammini

L’evento è a posti limitati, occorre la prenotazione. Per maggiori informazioni:
Gianluca : 3337303128 / Krizia : 3421229559 / Michele: 3389024989