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Rodi/ L’ex sindaco, Nicola Pinto assolto dall’accusa di minacce ai danni dell’attuale sindaco Carmine D’Anelli

L’ex sindaco di Rodi Garganico Nicola Pinto è stato assolto in Tribunale di Foggia dall’accusa di rivelazione di segreti di ufficio e da quella di minacce nei confronti dell’attuale primo cittadino del paese garganico, Carmine D’Anelli, per fatti che risalgono al periodo maggio 2012/agosto 2013, con D’Anelli che rimase; vittima di un pesante avvertimento da parte di ignoti, sotto forma di fucilate contro la sua abitazione mentre era in casa con i familiari. Lo stesso pubblico ministero al termine della requisitoria ha chiesto l’assoluzione di Pinto, richiesta ribadita ovviamente dal difensore, l’avvocato Paolo D’Ambrosio: D’Anelli si è costituito parte civile con l’avvocato Francesca Rondinone. Le motivazioni della sentenza assolutoria saranno depositate nei prossimi mesi. A Pinto la Procura contestava la violazione del segreto d’ufficio sul presupposto che avesse rivelato nell’agosto 2013 ad un garganico 1’esistenza di un’indagine dell’allora Procura di Lucera (poi soppressa insieme al Tribunale nel settembre del 2013) relativa ad una concessione per un noleggio barche, con i carabinieri che si erano recati nel Comune di Rodi Garganico per acquisire i documenti relativi. L’ex sindaco Pinto (carica retta dal 2012 al 2017) era poi accusato di aver minacciato nel maggio del 2012, D’Anelli «chiedendo a una persona se conosceva qualcuno che potesse fare un’azione punitiva nei confronti di D’Anelli, del tipo picchiarlo o azzittirlo politicamente», recita il capo d’imputazione. La richiesta sarebbe avvenuta, ipotizzava l’accusa, nel corso di un pranzo avvenuto anni prima della denuncia poi sporta. «Pinto si è sempre dichiarato innocente per entrambi i capi d’imputazione» rimarca il difensore «e la sentenza assolutoria riconosce l’infondatezza dell’accusa. L’imputazione di minaccia poggiava su quanto raccontato da un testimone, ma la sua versione è stata smentita da un’altra persona indicata come presente quando Pinto avrebbe pronunciato quelle richieste, che io dico essere inesistenti» commenta ancora l’avv. D’Ambrosio. D’Anelli, come accennato, finì nel mirino di persone rimaste ignote che nel marzo del 2013 esplosero alcuni colpi d’arma da fuoco contro la sua abitazione mentre l’attuale sindaco era a casa con la famiglia. In quello stesso periodo peraltro – ricorda ancora l’avv. D’Ambrosio – ci furono tutta una serie di atti d’inti¬midazione contro amministratori del centro garganico compreso lo stesso Pinto, visto che furono incendiate le auto del vice sindaco; venne profanata la cappella cimiteriale di un altro assessore che vi ritrovò due proiettili ed una sua foto; venne data alle fiamme l’auto del presidente del consiglio comunale: fu fatta esplodere una bomba vicino casa dell’allora primo cittadino Pinto.

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