Non ci sono i progetti, manca la rendicontazione degli interventi. Così il dissesto idrogeologico del Gargano Nord si continua a combattere con le armi spuntate. I soldi ci sarebbero pure: puntuale il report dei finanziamenti erogati presentato dalla Regione Puglia al consigliere regionale Giannicola De Leonardis. A fronte dei finanziamenti non c’è stato però un ritorno in termini di investimenti sull’assetto idrogeologico delle aree che puntualmente ormai si allagano ogni due anni, basta un’abbondante acquazzone per vedere quell’area del Gargano andare sott’acqua. Con tutte le conseguenze immaginabili sul turismo, sull’economia del territorio. Dunque con chi prendersela? «Le risposte, esaustive e puntuali, degli assessori Giannini e Nunziante (Infrastrutture e Sviluppo economico: ndr) all’interrogazione da me presentata su finanziamenti e interventi per il dissesto idrogeologico e i danni provocati dalle alluvioni dal 2014 al 2018 – scrive De Leonardis nella risposta all’interrogazione – hanno fatto emergere una realtà ben più drammatica e sconcertante di quanto si potesse immaginare. Le risorse stanziate, a livello nazionale e regionale, sono lontanissime da quelle che servirebbero per fornire risposte adeguate ai danni registrati e per prevenire il dissesto idrogeologico in particolare nel Gargano settentrionale. E di quelle risorse assegnate, soltanto una minima parte viene poi erogata (addirittura nulla finora per i disastri registrati nel 2016) a causa dei ritardi nella rendicontazione e nella redazione dei progetti da parte dei Comuni interessati e degli altri enti assegnatari. Un cortocircuito che va evidenziato e denunciato in tutta la sua gravità, perché così si condanna a morte un territorio, e non lo si può fare nell’indifferenza generale». Le più recenti e significative conseguenze di eventi metereologici avversi occorsi nell’area del Gargano settentrionale – leggiamo nella risposta all’interrogazione – sono riferite ai primi giorni di settembre 2014, all’estate del 2016 (luglio e settembre) e, per ultimo, al 26 agosto 2018. Nel testo sono elencate tutte le iniziative assunte dal sistema Protezione Civile con riferimento al 2014 e 2016. «Per il Gargano settentrionale – si legge in un passaggio del testo regionale – il Piano degli interventi ha individuato come soggetti attuatori i Comuni di Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Peschici, Rignano Garganico, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano e Vieste, oltre alla Provincia di Foggia e al Consorzio per la Bonifica Montana del Gargano. Allo stato, sono stati erogati 5 milioni 181.979,46 euro (su 9 milioni 571mila) per interventi urgenti, 654.865,91 (su 725.287,78 assegnati) per rimborso interventi di somma urgenza, e 77.666,08 (su 203.712,22 assegnati) per rimborso spese per assistenza e ricovero della popolazione. I ritardi accumulati sull’erogazione delle risorse riferite al rimborso delle spese sostenute – precisa la Regione – sono riconducibili ‘ alla mancata rendicontazione delle relative spese da parte dei soggetti attuatori; mentre per quanto riguarda gli interventi urgenti post-evento, la realizzazione degli stessi ha risentito dei tempi di redazione dei progetti, di ottenimento delle relative autorizzazioni, di affidamento ed esecuzione dei lavori. Sono state stanziate anche risorse statali, in corso di erogazione – rileva ancora la Regione – per il rimborso dei danni subiti dalle abitazioni private (541.886,20 euro) e delle attività economiche e produttive (2 milioni 337.936,33) nell’intero territorio interessato dallo stato di emergenza». Eppure la gravità della situazione viene documentata dalle perizie eseguite negli ultimi anni. « Gli eventi metereologici avversi nei primi giorni di settembre 2014, che hanno portato a classificare le piogge di durata giornaliera mediamente associabili a tempi di ritorno maggiori di 100 anni e puntualmente di oltre 200 anni, hanno determinato rilevanti effetti al suolo nell’area garganica e nel bacino del torrente Candelaro, così come ampiamente documentato nella relazione a supporto della richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, che rappresenta una necessità complessiva prossima a 320 milioni».