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“Senza pane e casa non c’è vita che sia degna dell’umanità” Il messaggio dell’arcivescovo Moscone, tra accoglienza e solidarietà

Lettera di auguri per il nuovo anno 2019, «crocevia di storia», dell’arcivescovo eletto della diocesi Manfredonia- Vieste-San Giovanni Rotondo, padre. Franco Moscone. Il neo arcivescovo scrive che «nel più grande crocevia della storia, quello che per gli ebrei e cristiani separò la prima dalla seconda alleanza, e che per l’umanità tutta divise la storia nel prima e dopo Cristo, Giuseppe e Maria, i genitori di Gesù, in un viaggio non da loro voluto, ma imposto dall’autorità mondiale dell’epoca (l’imperatore Cesare Augusto) non trovarono alloggio dove abitare. Tuttavia la loro difficoltà, il loro emigrare dalla Galilea alla Giudea, la loro povertà ed esperienza del rifiuto subito, permise a Dio di farsi carne in un bambino, nato in una terra civilmente non sua, e di venire ad abitare in mezzo a noi». Evidente in queste parole l’accostamento con l’attualità. Per padre Morcone la storia di Gesù è esemplificativa ai fini della dell’ac­coglienza ai migranti e della solidarietà so­ciale: «Solo trovando una casa sicura ed accogliente è possibile dare futuro alla famiglia e permettere che questa possa in­serirsi nel percorso della storia da pro­tagonista, sperimentando tanto i doni che riceve, come quelli che offre. Nel nome della città dove nasce da migrante e non accolto Gesù, il figlio di Dio e dell’uomo, è contenuta la parola casa: in ebraico bet significa proprio casa, e l’insieme della parola si traduce casa del pane. Senza casa, senza pane non c’è vita degna dell’umanità, non c’è progresso sto­rico, non si cammina superando i crocevia, ma si resta fermi, ostaggi dèi male. Ma» sottolinea Moscone, «non può essere così, non dobbiamo permettere che sia così. Non dobbiamo essere fatti ostaggi o collaboratori di una situazione che nega la libertà per tutti e la Provvidenza per chi crede». Quindi l’arcivescovo coglie l’occasione del messaggio natalizio per riflettere anche sull’economia. «Diventiamo schiavi dell’eco­nomia globalizzata e dominata da una fi­nanza speculativa, anche perché dimenti­chiamo, o ci fanno dimenticare il significato etimologico del termine eco-nomia, composto da due parole. Nel termine è contenuta ancora una volta la parola casa e dovrebbe essere tradotta così: norma per costruire la casa. Allora l’economia è ben lontana dal non trovare casa o costringere ad abbandonare

casa perché si rimane senza mezzi di sus­sistenza in nome di norme che mettono il mercato ed il guadagno prima della casa». C’è poi un riferimento alla prima visita fatta in diocesi dopo la nomina episcopale: «Visi­tando San Giovanni Rotondo mi ha colpito che San Padre Pio abbia voluto chiamare Casa il progetto di ospedale che aveva nella mente e nel cuore». L’augurio del neo ar­civescovo Moscone è «racchiuso in tre parole: nessuno senza pane. Che sia il pane per alimentare i bisogni fisici e socio-culturali del percorso storico, come il pane eucaristico che alimenta il cammino di chi crede. Nes­suno senza casa. Che sia il luogo fisico che permette l’impegnarsi a costruire una fa­miglia ed essere cittadini nel mondo, come per chi crede l’edificare la chiesa famiglia di fede per essere nel mondo sale e luce di senso e testimonianza. Nessuno schiavo di un’economia senz’anima, ma attivi costruttori di un’economia che costruisce la società rendendola civile e fa della chiesa il lievito che fermenta verso lo sviluppo e la crescita. Nessuno privo di ospitalità. A tutti il diritto di sentirsi accolti dal cuore degli altri e poter accogliere gli altri nel proprio cuore». E ne consegue che se ognuno «fa spazio a Gesù che viene ad incontrarci, sarà capace di abitare i crocevia della propria ed altrui Storia».

Francesco Bisceglia