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Una deduzione fuochi dal 1640 al 1658 a Ischitella. (22° e 23° parte).

Senza sapersi dove sia ,o se sia vivo ,o morto et una casarella di valore di 30 ducati in circa che aveva se l’è pigliata il monte della Pietà di detta terra per il censo di un poco di territorio e diruto che non rende frutto alcuno. Come da testi.

Uniti viventi: Ancora si vuole provare come Matteo di Monte al n° 84 prima della numerazione e dopo la numerazione sempre ha vissuto unitamente e insieme ai suoi genitori con Gio Di Monte suo fratello ad un pane e ad un vino ed in uno luogo senza separazione alcuna e per la testa solo l’Università l’ha fatto pagare separatamente e non possiede cosa alcuna.

Ancora si vuole provare come Donato de la Marca al N° 96 prima e dopo la numerazione sempre ha vissuto unitamente a Berardino de La Marca suo fratello ad uno pane e vino ed a uno luogo senza separazione alcuna come da testi.

Ancora si vuole provare come Francesco Ognissanto al n° 188 viveva unitamente a Giuseppe d’Ognissanto suo fratello al tempo della numerazione ad una parte ad uno – Continua.

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Ad uno vino e ad uno luogo e poi il detto Giuseppe se partì da Ischitella e se ne andò in San Nicandro due anni dopo detta numerazione ,dove s’accasò dove se ne morì e detto Giuseppe in detta terra d’Ischitella non possiede cosa alcuna come da testi.

Ancora si vuole provare come Francesco Paulino al n° 282 viveva al tempo della numerazione con Eustachio, Ludovico ed Ettore fratelli ad uno pane ed uno vino ed essendo tutti bracciali e in detta terra possiedono altro che una casa di valuta di ducati 30 in circa ed al presente abitano tutti insieme come da testi.

Ancora si vuole provare come Giuseppe Comparello al n° 314 vi abita unitamente con Gesumundo dello Furno suo cognato quali hanno moglie due sorelle di casa Caputo delle quali è la casa dove abitano avuta metà per ciascuna sorella di ducati 30 in circa ed hanno anche una vigna dotale che dedottene le spese non può valere l’anno più che ducati 4 e detti vivono ad uno pane e vino ad un luogo come da testi.

Giuseppe Laganella