«Un processo impossibile da interrompere»: così il premier Giuseppe Conte definisce i tre permessi per la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio – tra Puglia e Calabria – concessi dal governo alla società americana Global Med. Il governo giallo-verde mantiene la strategia dell’attribuzione di responsabilità al precedente esecutivo nonostante la Via (valutazione impatto ambientale) positiva rilasciata in passato dal ministero dell‘Ambiente non fosse vincolante ai fini dell’autorizzazione definitiva, concessa pochi giorni fa dal Mise. «In questo caso era inevitabile non sospendere – dice Conte – ma dove possibile sospenderemo». E anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, sposta il discorso sul futuro: «Non daremo le autorizzazioni, sarebbe come tornare indietro». In Puglia, però, è già mobilitazione, mediatica e giudiziaria. Il Wwf lancia la campagna social #iostoconidelfiniditaranto e i sindaci del Salento fanno fronte comune per valutare l’opportunità di azioni legali. Le stesse annunciate dal governatore Michele Emiliano, con la Regione che già in passato ha impugnato le Valutazioni di impatto ambientale (Via) davanti al Tar. La base per i nuovi ricorsi potrebbe essere trovata nelle particolarità ambientali delle zone per cui sono stati concessi i permessi. Per questo il Wwf punta i riflettori sui cetacei e i delfini che vivono nel Golfo di Taranto: «Una prima zonizzazione è già stata realizzata – spiega il delegato Puglia, Nicolò Carmíneo – finalizzata all’istituzione di una Oasi blu. Mentre la Regione Puglia può avviare le procedure per l’istituzione di un Sito di interesse comunitario».