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Regione/ ASL, Vescovado e Comuni in rete per il disagio psichico: la “Carta di Sportiva… mente”

Una Carta che impegna la rete delle istituzioni a mettere in campo risorse e servizi per l’inserimento lavorativo delle persone con disagio psichico. È stata sottoscritta stamattina dall’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione unitaria, Raffaele Piemontese, e da altri enti pubblici tra cui 17 sindaci, nel corso dell’undicesima edizione di “Sportiva… mente”, l’evento promosso dal Centro Salute Mentale di Troia, in provincia di Foggia, in collaborazione con una cinquantina di soggetti del mondo delle istituzioni pubbliche e private, del terzo settore e del volontariato, quale campagna di sensibilizzazione e di lotta allo stigma e alla discriminazione sulla malattia mentale. Oltre agli eventi a cui hanno partecipato molte scuole, un mercatino degli scambi che vede coinvolte cooperative sociali di tipo B, un torneo internazionale di calcetto con squadre provenienti dal territorio nazionale, comunitario ed extra-comunitario, quest’anno è stata sottoscritta la “Carta di Sportiva… mente” tra la Regione Puglia, l’ASL di Foggia, la Diocesi di Lucera-Troia, la Provincia di Foggia, il Comune di Troia come capofila dell’Ambito Sociale di Zona, il GAL Meridaunia e i Comuni di Accadia, Alberona, Anzano di Puglia, Biccari, Bovino, Castelluccio dei Sauri, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Deliceto, Faeto, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Panni, Rocchetta Sant’Antonio, Roseto Valfortore e Sant’Agata di Puglia. “Questa rete deve servire di supporto a un lavoro letteralmente straordinario, che, quotidianamente, persone e professionisti come Giuseppe Pillo fanno contro ogni discriminazione che colpisca chi soffre di disagi psichici”, ha detto l’assessore regionale Piemontese riferendosi alla storica attività svolta in tutta la difficile area dei Monti Dauni dal responsabile del Centro di Salute Mentale di Troia, insieme all’associazione “Tutti in volo” presieduta da Rosaria Caputo. La Carta sottoscritta oggi ribadisce la necessità di individuare l’inserimento lavorativo quale strumento di inclusione sociale e di trovare, di conseguenza, percorsi possibili e pratici da perseguire per rendere realmente possibile e attuabile tale obiettivo.