Le risorse ci sono, ma le imprese di Capitanata non ne fanno richiesta. E quanto registrato da Puglia Sviluppo spa, il cui direttore generale Antonio De Vito ha spiegato i numeri della risicatissima, quando non azzerata, partecipazione della provincia di Foggia. “Noi abbiamo attivato in questa programmazione 2014-2020 come Regione e come organismo intermedio Puglia Sviluppo due strumenti focalizzati sul turismo: il primo, più smart, è il titolo 2 Turismo capo 6, che consente di agevolare investimenti da 30mila fino a 4 milioni di euro; il secondo, più strutturato, è lo strumento PIA, che sta per pacchetto integrato di agevolazioni, che finanzia investimenti più elevati che vanno fino ai 20 milioni per Se piccole imprese, fino a 30 per le medie e fino a 40 milioni per le grandi imprese”, ha ricordato De Vito. “Su questa programmazione, dopo 4 anni di operatività, sul titolo 2 abbiamo ricevuto ad oggi 400 milioni di euro di investimenti, dei quali circa 51 milioni sono stati presentati in provincia di Foggia. Sul PIA siamo a 300 milioni di euro, nessuna istanza è arrivata per la provincia di Foggia. Quindi, gli investimenti turistici che abbiamo ricevuto sono 700 milioni di cui appena il 7% dalla Capitanata”. I 51 milioni serviranno alla ristrutturazione di alcune strutture: “Riguardano una delle cinque tipologie di investimento, l’ammodernamento delle strutture turistiche esistenti. Un intervento che favorisce l’innalzamento degli standard qualitativi. Le istanze si concentrano su questa misura. Non abbiamo invece istanze per la ristrutturazione di edifici rurali o del patrimonio storico- architettonico presente sul territorio di Capitanata. Un dato interessante è che dei 51 milioni di euro presentati a livello provinciale quasi il 72%, pari a quasi 37 milioni, si concentra su 4 Comuni: San Giovanni Rotondo, Mattinata, Vieste e Foggia”. A cosa è imputabile una partecipazione cosi limitata della Capitanata? Qualcuno parla di imprese con mutui sulle spalle, impossibilitate ad investire. “La valutazione andrebbe fatta coi corpi intermedi e le organizzazioni di categoria. Non penso che dipenda solo da disinformazione rispetto a questi strumenti, che sicuramente andranno a concludersi entro dicembre 2019. Se ci sono altri elementi vanno studiati ed analizzati attentamente in modo da recuperare in questo ulteriore anno e mezzo di operatività. Va capito anche come la prossima programmazione 2021-2027 possa vedere istanze pure da questo contesto provinciale tali da poter valorizzare e migliorare gli standard qualitativi. Quanto alle altre province, nel turismo la provincia che ha la valenza più significativa è quella di Lecce, seguita da quella di Brindisi”.
L.P.
l’Attacco