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I trapianti di staminali alla fase due dopo i test a S. Giovanni Rotondo. Ok alla sicurezza delle cellule, si lavora alla creazione del farmaco

Sicuri i trapianti di staminali umane cerebrali contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) e c’è l’ok alla fase 2 dei test per le risposte sull’efficacia. I dati sono pubblicati su Stem Cells Translational Medicine a 5 anni dai test di fase 1 condotti dal 2012 al 2015 da Angelo Vescovi e Letizia Mazzini negli ospedali Maggiore della Carità di Novara e S. Maria di Temi, Università di Padova e Istituto Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Nella nostra «scatola nera» fino a 100 miliardi di cellule nervose: i neuroni con un numero enorme di collegamenti reciproci, e loro sottotipi ed altri tre «tipi» di cellule componenti il sistema nervoso centrale, di estrema complessità, con il limite di processi riparativi/rigenerativi improbabili. Però, in aiuto è’ venuta la neurogenesi (nuovi neuroni) adulta con la scoperta, negli anni 1980-90, delle cellule staminali, un patrimonio «nascosto» (riserva) cui attingere in momenti di crisi quando esse, grazie alla pluripotenza, possono «partorire» ognuno dei 200 tipi cellulari del corpo inducendo riparazioni/sostituzioni. È stata la scoperta che ha scardinato il dogma della impro-babilità della sostituzione di cellule nervose morte o danneggiate. La genesi di nuove cellule è possibile per finterà vita dell’individuo donde le nuove prospettive per la cura della malattie neurodegenerative (Alzheimer, Huntington, Parkinson, ecc.) e della stessa SLA, in cui i neuroni danneggiati o morti non sono rimpiazzati spontaneamente. Ma come sfruttare questa potenzialità? Si deve, appunto, al prof. Luigi A. Vescovi, la possibilità di isolare in laboratorio le cellule sta¬minali del cervello e la loro mol-tiplicazione illimitata, e di consentire, così, trapianti terapeutici, superando non solo il dogma biologico ma persino le riserve di natura etica e dar vita al progetto (2003) «Officina del Cervello» per la cura di malattie neurodegenerative. La prima sperimentazione clinica di Fase I di trapianto di staminali cerebrali umane su 18 pazienti colpiti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) ha fornito la certezza di non pericolosità di tale pratica. A 5 anni dai test di fase 1, si può passare alla fase 2 che deve confermare l’efficacia. «Si tratta – comunica la Fondazione Revert, fondata da Vescovi) – del primo esempio, in Europa, del trapianto chirurgico di un vero farmaco cellulare». I malati di SLA, trattati in questa fase della sperimentazione, hanno ricevuto, ognuno, 3-6 trapianti multipli di cellule staminali neurali umane nel midollo spinale lombare o cervicale (intraspinale) senza che – dopo 5 anni – siano emersi «eventi avversi seri» né aumento della progressione della malattia a causa del trattamento, alla procedura chirurgica o alle cellule trapiantate. Va ricordata la precedente sperimentazione clinica avviata dalla dr. Mazzini, che prevedeva il trapianto intramidollare di cellule mesenchimali autologhe così come si deve menzionare il contributo della Levi-Montalcini che, con i suoi fattori trofici (molecole in grado di favorire la sopravvivenza delle cellule nervose come il fattore di crescita del nervo o NGF), ha dato il via alla possibilità che le cellule staminali possano sopravvivere e proliferare in laboratorio. Il genio italiano si afferma.

Nicola Simonetti