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Lidi Balneari/ Il Reddito di cittadinanza frena l’assunzione di lavoratori stagionali. Effetto boomerang in Puglia per a misura contro la povertà voluta dal M5S. Il leader nazionale del sindacato italiano balneari Capacchione: intervenire subito.

Un supporto economico per chi é in difficoltà. Ma basato su un sistema che, in alcuni casi, può produrre ampie distorsioni. Ovvero spingere alla deriva chi è già alla ricerca di un ruolo nel complesso mondo del lavoro. Così, in Puglia, si scopre l’effetto boomerang del reddito di cittadinanza, strumento voluto dal Movimento 5 Stelle targato Luigi Di Maio, per aiutare il Mezzogiorno dell’occupazione al negativo. Proprio in occasione dell’avvio del periodo estivo spunta una distorsione tutta del mondo delle vacanze. «Certo — afferma il leader nazionale del Sib (Sindacato Italiano Balneari) di Confcommercio, Antonio Capacchione — il problema esiste e si dovrebbe subito intervenire per correggere numerosi aspetti della normativa. Bisogna fare in fretta». Il riferimento di Capacchione (che è di Margherita di Savoia e guida anche l’associazione pugliese) è alla difficoltà di reperire personale nella lunga filiera dell’accoglienza estiva. Soprattutto nei lidi dove il carattere di stagionalità si sposa con i picchi di utenza dei weekend e del mese di agosto. Per questa tipologia d’attività è emergenza. Gli operatori, infatti, faticano a trovare lavoratori di supporto che in presenza dell’erogazione del reddito di cittadinanza non potrebbero prestare la loro opera se non rinunciando al trattamento statale (tale rischio era stato già messo in evidenza degli stessi esponenti pentastellati). E non è più tempo neanche di sfidare le regole: solo tre giorni fa a Cerignola è stato scoperto dai carabinieri un lavoratore in nero in un cantiere edile. Dopo le indagini è emerso che l’uomo percepiva il reddito di cittadinanza e quindi è stato denunciato. «Molti associati — prosegue Capacchione — ci hanno segnalato la difficoltà di reperire un aiuto nella gestione delle strutture. Se si parla di stagionali (tre mesi da giugno ad agosto, ndr) il problema è meno evidente anche perché gli staff sono consolidati, ma nei periodi di maggiore affluenza si registra una certa preoccupazione. Il ragionamento dei collaboratori è semplice: non conviene perdere il beneficio del reddito di cittadinanza per lavorare qualche giorno. Meglio restare a casa. D’altronde, i gestori rispettano le leggi. Senza regolare assunzione non si può lavorare». In Puglia sono state concesse 2.500 licenze tra spiagge, lidi, ristoranti e chioschi sul mare. Ma gli stabilimenti balneari sono circa 1.200. Solo a Margherita di Savoia (la rimini del Sud) si contano 20 mila ombrelloni per un servizio che ha bisogno di un aiuto extra nel settore del personale. «Ci sono lamentele in tutta Italia — conclude Capacchione — e gli operatori chiedono al governo di migliorare la normativa. In fondo non dovrebbe essere complicato prevedere una soglia che pur in presenza dell’erogazione del reddito consenta a chi ne ha bisogno di entrare nel mondo lavorativo. È questa, in definitiva, la finalità dello Stato: creare le condizioni per includere tutti, non incentivare a restare a casa. Speriamo in un confronto».

Vito Fatiguso

corrieremezzogiorno