L’analisi della Svimez dei giorni scorsi ha evidenziato, tra le altre cose, che il settore dell’edilizia ha trainato la Puglia nel 2018 con un + 4,4 %. «È stato soddisfacente sentire tante lodi a questo importante risultato economico, in particolare del Presidente Emiliano e del Sindaco Decaro, soprattutto per chi come noi, assieme ai colleghi Peppino Longo e Enzo Colonna, si preoccupa di presentare ogni anno la legge di proroga al Piano casa, che è lo strumento più utilizzato per raggiungere quel risultato economico. E per questo, oggi abbiamo provveduto a presentare un’ulteriore proroga in vista del 2020».
È quanto dichiarano i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea, annunciando la presentazione della proposta di legge di «C-entra il futuro» con cui si prorogano a tutto il 2020 gli effetti del Piano casa. «È piacevole sentire in queste ore parole d’entusiasmo sui risultati economici della Puglia, in qualche caso però prive di riferimento al settore che principalmente li genera. In alcuni ambienti – sottolinea Amati – vige purtroppo l’idea infondata che l’edilizia non sia una encomiabile attività professionale e che gli imprenditori, i muratori e i professionisti tecnici siano soggetti predisposti alla violazione sistematica di regole o alla distruzione dell’ambiente o del paesaggio. Non è ovviamente così, e quanto al Piano casa si tratta, invece, di offrire la possibilità ai comuni, ognuno secondo la sua volontà o necessità, di aumentare i volumi senza consumare suolo – quindi tutelando spazi non costruiti – e di assecondare le destinazioni richieste dall’antico meccanismo della domanda e dell’offerta. Certo, con il passare degli anni la legge sul Piano casa ha subito così tante modifiche che almeno un lifting di chiarezza sarebbe necessario; e su questo siamo ovviamente disponibili a collaborare con il Governo regionale e con tutti i coreghi». Restano, invece, da confermare alcune idee di fondo consolidate – proseguono i consiglieri regionali – e che offrono i risultati economici contabilizzati dalla Svimez: «che il legislatore regionale abilita al compimento di un’attività edilizia ma spetta ai Comuni decidere se avvalersene o meno; che una legge chiara nel procedimento e negli effetti volumetrici, tale da giustificare il ricorso al permesso di costruire e non a provvedimenti attuativi discrezionali, elimina alla fonte ogni forma di corruzione, anche nella forma della tentazione; che le migliori riqualificazioni avvengono incentivando i proprietari; che le destinazioni d’uso, cioè il modo di vivere delle persone, devono essere flessibili nel tempo e non assoggettati a regole di vita imposte da un Grande artefice; che l’edilizia è una delle attività a più alta densità di posti di lavoro e che permette a migliaia di cittadini pugliesi di mettere il piatto a tavola e mandare i figli a scuola».
Il concetto di rigenerazione urbana è legato «a strategie messe a punto dalla Regione Puglia per affrontare le situazioni di crisi delle nostre città mediante interventi non solo di riqualificazione e rigenerazione fisica (urbanistica ed edilizia) ma anche di rinascita culturale, sviluppo economico e inclusione sociale», spiega Peppino Longo, vicepresidente del Consiglio. Per questo motivo, sottolinea, «è fondamentale la proroga del piano casa, presentata quest’oggi in vista del 2020. Abbiamo dato un indirizzo concreto che tutelando al contempo il territorio, crea lavoro e genera benessere. È questa – conclude Longo – Tunica strada percorribile per ottenere effetti consistenti e concreti. Sono certo che siamo di fronte ad uno strumento indispensabile per sbloccare, con trasparenza, un settore strategico per lo sviluppo economico e sociale delle nostre realtà territoriali in una fase particolarmente difficile, e coerente con l’idea che tale supporto possa coniugarsi bene con la difesa di un bene comune e prezioso come il nostro territorio e lo sviluppo diffuso anche da un punto di vista culturale, sociale e turistico. Il messaggio è lavoro e diritti, dignità e qualità dell’occupazione insieme – finalmente – ad una precisa idea di crescita del paese e del settore».