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VIESTE/ Don Antonio Spalatro: chiusura processo diocesano – CONTO ALLA ROVESCIA –

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26 Agosto 2019

     Vincere l’ignoranza con la proposta cristiana è quanto il Vangelo chiede all’apostolo. E don Antonio, investito del mandato di Cristo come parroco, come suo primo impegno ha assolto a quello di istruire, per far conoscere il comandamento di Dio e la buona notizia del Vangelo. E lui lo ha fatto con massimo impegno e in breve tempo. La conoscenza del mistero di Dio, raggiunto attraverso il dono dell’istruzione e dell’evangelizzazione, gli ha permesso di offrire al popolo il mistero vivo del Cristo attraverso anche la liturgia e i sacramenti. Pensare che sia stato tutto facile per don Antonio, che abbia percorso un’autostrada per giungere a quel fine, è un errore. Prima di tutto egli era convinto che per raggiungere quel fine, doveva viverlo in prima persona. Solo la proposta supportata da una vita vissuta poteva rendere credibile e attuabile tale ministero. Da qui la necessità di essere santo prima di avere la pretesa di santificare. Così egli scrive nel suo diario: per santificare, bisogna esser santo. Mentre lavorava per realizzare il piano di Dio tra i fedeli, ha dovuto viverlo in sé stesso. La determinazione che gli derivava dal vivere in sé il mistero di Cristo, è diventato la forza per poterlo proporre agli altri nella comunità. Fu questo il primo e più importante traguardo. La santità non è solo frutto di una decisione volontaria, ma il costante impegno di vivere Cristo.