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Vieste/ Don Antonio Spalatro: chiusura processo diocesano – CONTO ALLA ROVESCIA –

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31 Agosto 2019

     Le preferenze di don Antonio erano per i poveri, i malati e gli ultimi. Le loro richieste trovavano spazio nel suo cuore e si industriava per assicurare a loro un piatto caldo e il conforto dell’aiuto fraterno. I casi urgenti li risolveva senza frapporre ritardi. Si recava a mezzogiorno nelle famiglie più benestanti per invocare in nome della carità cristiana un pane, un piatto caldo che portava ai più bisognosi. Non faceva calcoli umani, ma confidava sempre e unicamente nella Provvidenza, che si mostrava assai generosa con lui. La povera gente di allora ricorda con quanto amore egli si prodigava, perché nessuno fosse escluso dall’aiuto fraterno della carità. Egli aveva vissuto gli anni della guerra e quelli immediatamente successivi nella necessità e nella povertà. Sapeva cosa volesse dire aver fame, aver freddo, non potersi coprire a sufficienza. Nel Seminario aveva sofferto tutto ciò e poteva ora capire chi come lui soffriva la fame e la miseria, il freddo e i disagi. Le situazioni difficili aumentarono negli anni successivi. Il suo apostolato di carità fu perciò totale. Meritatamente fu definito l’apostolo della carità, e quella carità fu il motore della sua anima apostolica. Mise in atto anche delle iniziative che gli permisero di guadagnare dei soldini per andare incontro ai bisogni. L’offerta quotidiana della messa era destinata ogni giorno ad una famiglia in particolare come segno di solidarietà nella carità.