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Vieste/ Don Antonio Spalatro: chiusura processo diocesano – CONTO ALLA ROVESCIA –

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2 Settembre 2019

     Don Antonio era povero di beni materiali, ma ricco di beni spirituali. E della povertà dei primi e della ricchezza dei secondi faceva scambio continuo con ilo prossimo e li arricchiva molto volte anche della sua povertà. Lasciava sempre qualcosa all’altro, fosse anche solo il sorriso, la gioia di averlo incontrato e ricevuto il conforto del suo calore umano. La condivisione di quello che era, la forma di ricchezza più forte, quando non aveva da condividere nulla di materiale. Metteva sé stesso come forma di ricchezza da condividere. Non si rimaneva a mani vuote alla sua presenza. Era la sua amabilità, la sua sofferenza per non aver niente che potesse essere oggetto di scambio. Questo provocava in sé e negli altri la gioia dell’incontro. Carità vera ed autentica, come avveniva per Gesù, era la sua persona che si faceva tutto a tutti per essere di sollievo a qualcuno. Don Antonio era la carità fatta persona, la sicurezza di non soffrire la povertà, ma di aver trovato il sollievo ad essa.