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Comunismo = Nazismo. Il Parlamento Europeo approva una risoluzione che mette sullo stesso piano i crimini dei due totalitarismi. PPE e socialisti votano sì.

I sì sono 535, 66 i no, 52 gli astenuti. Per una volta il voto compatta le diverse anime dei nostri parlamentari: si alli­neano Forza Italia, la Lega, Fdl e il Pd. Protesta Rifondazione Comunista che ha incorporato già nel nome lo scanda­lo.

La decisione ha fatto infuriare qualche stalinista fuori tempo massimo, ma, davanti alla firma del patto Molotov-Ribbentrop, c’è poco da discutere. Sovietici e nazisti erano alleati nei fatti e disposti a dividersi prima la Polonia e poi l’Europa. Stalin si fece cogliere di sorpresa da Hitler. Si fidava. Ma il Führer non sopportava le continue rivendicazioni territoriali di Molotov. L’«amicizia» con l’Urss rischiava di diventare troppo cara. La reazione dei compagni europei fu mettere la testa nella sabbia (con le dovute eccezioni). Il partito aveva sempre ragione. La mossa di Stalin avrebbe salvato la pace. Anni di lotta contro il nazionalsocialismo furono dimenticati in pochi giorni.

La risoluzione dell’Unione europea parte proprio dall’alleanza del 1939 e arriva alla necessità di riconoscere un paio di fatti, generalmente minimizzati dai compagni. Primo: mentre una parte dell’Europa iniziava la ricostruzione nel segno della libertà, un’altra era schiacciata dal comunismo. Secondo: i nazisti furono processati e i loro crimini sono noti. Invece, si legge nella risoluzione, «vi è ancora un’urgente necessità di sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini dello stalinismo e di altre dittature».