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Caos Fiscale/ I Commercialisti incrociano le braccia: troppi margini di errore nelle dichiarazioni. In mancanza di direttive chiare, i rappresentati degli ordini professionali hanno deciso di passare alle vie di fatto.

Otto giorni di sciopero per far capire che il tempo dell’at­tesa sta per terminare e che è giunto il momento di agire, per ottenere quanto richiesto: il consiglio direttivo della Anc Bari, in sintonia con quanto deliberato dalla stessa Associ­azione Nazionale Commercial­isti e dalle altre sigle sindaca­li, ha aderito allo sciopero na­zionale proclamato dalla mez­zanotte del 29 settembre alla mezzanotte del 1° ottobre per le attività riguardanti la tras­missione telematica, quali in­termediari, dei modelli di paga­mento F24. E poi dalle ore 24:00 sempre del giorno 29 alle 24:00 del 7 ottobre per la partecipazi­one alle delle commissioni trib­utarie provinciale e regiona­li. I motivi li riferisce Giuseppe Scalerà, presidente Anc/Bari, costretto a spiegare il moti­vo per cui i commercialisti ba­resi incroceranno le braccia, quando è proprio lo Stato che viola le norme dell’ordinamen­to giuridico. <<La legge 212 del 27 luglio 2000, meglio nota come Statuto del Contribuente, all’art 3 cita testualmente “… le disposizioni tributarie non possono prevedere adempi­menti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata an­teriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro en­trata in vigore…”; intanto il 9 settembre scorso è stata pub­blicata la circolare n. 20/E/2019 con gli ultimi chiarimenti in merito ai nuovi Indici Sinteti­ci di Affidabilità, quindi ben oltre il termine di legge; sen­za timore di smentita possia­mo tranquillamente affermare che ulteriori chiarimenti risul­tano necessari, visto il perdu­rare degli errori del sistema in fase di elaborazione dei dati forniti dalla Agenzia delle En­trato >, spiega il dottor Scalerà. Tutta questa confusione, inutile dirlo, ricade sulle im­prese che fino a oggi non hanno ancora contezza del loro debito tributario ed anche a carico dei commercialisti che, già oberati­ di scadenze, alcune delle quali ripetitive, si trovano a dover ri­fare tutte le dichiarazioni pre­disposte in base alle istruzioni vigenti prima dell’estate. Tutta questa situazione, anche in dis­pregio agli inviti fatti perveni­re dai Garanti del Contribuente di tutte le regioni d’Italia che, informati da Anc e su indica­zioni della stessa, hanno rich­iesto la disapplicazione deg­li Isa per le dichiarazioni rel­ative all’anno 2018 o al massi­mo, all’utilizzo facoltativo deg­li stessi. Per questo l’associazi­one di categoria indica la via da percorrere per non compli­care una situazione già com­plicata, affinchè il nuovo min­istro dell’economia Gualtieri si renda disponibile a un incontro più volte richiesto all’ex minis­tro Tria, al fine di porre rime­dio alla incresciosa situazione venutasi a creare. Dunque, ser­virebbe l’intervento del legis­latore -..e urgentemente – per rendere facoltativa l’applica­zione di quegli Indici sintetici di affidabilità (Isa) e la compi­lazione dei modelli di quest’an­no, come ha già chiesto il Con­siglio Nazionale dei Commercialisti in una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per cercare rimediare. Un ritardo intolle­rabile, quello a livello legisla­tivo, anche in considerazione del fatto che i nuovi ISA avreb­bero dovuto trovare la loro pri­ma applicazione già lo scorso anno e che a due anni di dis­tanza dalla loro previsione nor­mativa risultano ancora indis­ponibili gli strumenti necessari per la loro stessa applicazione. Anche qualche altra proroga, come hanno fatto capire gli ad­detti ai lavori, non sarebbe suf­ficiente, nè tanto meno oppor­tuna, in attesa di interventi leg­islativi che siano incisivi per un fisco che tutti vorrebbero dav­vero più equo e puntuale.

Antonio De Luigi