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SUL GARGANO nelle corrispondenze del 1902 della scrittrice statunitense Caterina Hooker. Versione dall’inglese del 1958 di Livia Vocino. TERZA PARTE.

SUL GARGANO nelle corrispondenze del 1902 della scrittrice statunitense Caterina Hooker. Versione dall’inglese del 1958 di Livia Vocino. TERZA PARTE.

VIESTE

Lasciando Peschici, la strada segue i tornanti dell’alta costa per poche miglia, per poi sbucare, in fondo alla discesa, d’improvviso sopra un torrente la cui stretta vallata porta di faccia a Vieste sull’opposta collina, nell’estrema punta del promontorio garganico. Il profilo di Vieste è bellissimo, dolcemente degradante dal sommo della collina alla spiaggia Sull’alto dello scrimolo orientale si staglia nel cielo il suo vasto, appuntito, angoloso castello, al quale si attaccano ammassate le costruzioni del paese, scendendo da un capo all’altro come una scala verso il mare. Quando il castello è raggiunto, una stradetta costruita nella roccia conduce lontano dalle acque, finendo alla turrita ed arcuata chiesa di S. Francesco. Vieste è chiamata «la scordata», ma quelli che hanno volontà di raggiungerla non la potranno scordare mai più, così com’è, posta sui bianchi scogli donde lo sguardo spazia sopra il mare. Al chiaro di luna questi scogli diventano palazzi d’una magica fatata architettura che si sprofonda nelle onde ad accogliere favolosi abitanti. Una volta viveva a Vieste una ragazza d’una meravigliosa bellezza mai vista. Le Sirene, poiché erano gelose di lei, una notte in cui ella aspettava sul ciglio delle acque il suo amore, la rapirono, e la mantennero prigione in fondo al mare. Il suo innamorato amaramente la pianse, e l’aspettò, e ancora l’aspetta. Ora, ogni cent’anni, le Sirene la riportano sulla battigia delle onde e le permettono che resti un giorno col suo amore, legata però ad una catena cosi sottile che non si vede. Tutto il giorno i due innamorati san tanto felici da dimenticare di non essere liberi, ma quando cala la sera le Sirene calano la catena, ed ella, lentamente, lentamente è tratta via dalle braccia dell’amante e ricondotta nelle profondità marine, mentre egli, disperato, non cessa di lamentarsi, così che voi, se aguzzate l’orecchio, potete udirne la voce, per quanto la crediate il rombo dei marosi. Sfortunatamente però Vieste non è tutta poesia e romanzo. La sua ambizione sarebbe quella di essere una cittadina moderna e progredita. Intanto vi vengono incontro ancora, nella parte esterna dell’abitato, affascinanti casette a cupola come quelle di Peschici, a ricordo della lunga fedeltà serbata da Vieste ai Bizantini, poiché essa fu l’ultima ad essere assoggettata ai Normanni; ma nella maggior parte le abitazioni son costruite alla maniera moderna, per quanto sia divertente notare come alcune, pur avendo il basso tetto a cupola, lo abbiano mascherato con un’alta quadrata elevazione della facciata. Il maestoso castello è bello guardarlo a distanza; o comunque dal di fuori, pel fatto che l’interno è fittamente abitato da povera gente allegra ma poco pulita, e vi si arriva per vicoletti maleolenti talvolta tagliati a scale. Ai piedi del castello vi è l’antica cattedrale trascurata dai fedeli per la vicinanza di una chiesa più moderna che, alle spalle, ostenta la sua grande mole sormontata da un rozzo campanile, entrambe in una stretta via sopra un’alta scalea. Noi notammo con disappunto l’ostentazione da villano rifatto, quasi di rude scortesia, della chiesa nuova rispetto alla vecchia, e fummo ben lieti che un prete intelligente e gentile ci introdusse in quest’ultima; egli era orgoglioso di mostrarci la Madonnina, nella sua nicchia, gaiamente vestita di verde e d’oro, pur professando venerazione per il Morto Redentore, una antica statua d’un corroso vecchio marmo di colore giallognolo. Sul portale, di fuori, vi è una lunetta incorniciata, per decorazione, d’un fogliame fantasioso appena sbozzato. Certo però il vecchio tempio, con la sua pietra grigia, faceva arrossire il suo incivile vicino. Poco c’era più da vedere per restarvi ancora. E quindi andammo alla ricerca del nostro albergo.

Terza Parte

Continua

Prima parte – Pubblicato il 19 settembre 2019 –

Seconda parte – pubblicato il 21 settembre 2019