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Caso Cera/ Altre indagini sulla nomina fantasma. Si indaga per concussione. La Procura di Foggia: arrivò la Finanza e si blocco tutto.

La delibera per la nomina del commissario della Asp di Chieuti non è mai stata iscritta all’ordine del giorno della giun­ta regionale. «Non ho accolto l’indicazione riominativa ricevuta avendola ritenuta non pienamente soddisfacente alla luce delle mie prerogative discrezionali», aveva spiegato Miehele Emiliano mercoledì dando notizia dell’indagine a suo carico per corruzione, uno dei tre epi­sodi su cui la Procura di Fog­gia ha aperto il fascicolo che il giorno seguente ha portato ai domiciliari Angelo e Napoleone Cera, padre e figlio, con l’accusa di tentata concussione per due assunzioni chieste al Consorzio di bonifica della Capitanata. Ma gli investigatori non si arrendono e vanno avanti: sia sulla nomina fantasma, sia sulle pressioni che i Cera avrebbero fatto sui vertici della Asl di Fog­gia per bloccare l’internalizzazione del ser­vizio Cup salvaguardando così una società appaltatrice a loro vicina. Giovedì la Finanza è dunque tornata negli uffici della giunta regionale proprio per ac­quisire gli atti dell’istruttoria relativa alla designazione del commissario dell’Azienda servizi alla persona di Chieuti. «Quell’Asp la voglio io visto che non ho preso un cazzo di niente», dice al telefono Napoleone Cera il 6 marzo a una consigliera del Comune di Serracapriola. Il più giovane dei Cera voleva che l’incarico fosse affidato a un suo uomo, l’avvocato Cosimo Titta. Ma – hanno spie­gato i funzionari della Regione ai militari – la delibera rimase in bozza proprio perché non c’era il via libera sul nome: la prassi vuole che l’atto arrivi in giunta regionale con uno spazio vuoto, che viene riempito durante la riunione. Dalle telefonate intercettate, però, era sembrato che la decisione potesse essere presa nella seduta del 7 marzo o in quella successiva. Tuttavia proprio in quei giorni – emerge dagli atti – la Procura di Foggia aveva mandato una prima volta i militari in Re­gione a chiedere informazioni sulle norme che regolano le nomine nelle Asp: forse qual­cuno si insospettì e bloccò tutto. Il gip Dello Iacovo ha ritenuto insussi­stente l’ipotesi corruttiva, perché – scrive – non è provato che Emiliano offrì la nomina in cambio del supporto elettorale per il sin­daco uscente di San Severo: il 6 marzo, nell’unica telefonata intercettata in cui con Cera parla sia della Asp sia delle imminenti elezioni comunali, Emiliano – dice il gip – «risponde due volte con un laconico “va be­ne”» quando il consigliere lo informa che l’assessore Ruggeri «dovrebbe portare una cosa in giunta». Poi il telefono passa ad An­gelo Cera, che garantisce a Emiliano l’appoggio a Miglio: «A San Severo faccio una giravolta di 384 gradi, a Foggia avendo fatto le primarie non mi posso muovere, a San Severo faccio come dici tu». Insomma, se­condo il gip, ci fu un «tentativo dei Cera di veicolare al presidente della Regione una proposta corruttiva», ma l’accordo non si sarebbe mai concretizzato. E la Procura, che sta valutando il ricorso al Riesame, vuole capire perché. Stesso discorso sulla vicenda della Asl in cui il procuratore aggiunto Antonio Laronga e il pm Marco Gambardella hanno ipo­tizzato l’induzione illecita da parte dei Cera per salvare l’appalto del call center del Cup atFidato alla Gpi. Anche qui, il gip non ha ravvisato i gravi indizi del reato perché agli atti dell’indagine ci sono solo racconti in­diretti delle presunte pressioni dei due sul dg Vito Piazzoha. E martedì, oltre all’assessore Ruggeri (che si è avvalso della facoltà di non rispondere) la Procura ha sentito l’ammi­nistratore unico della Sanitaservice di Foggia, Massimo Russo, le cui considerazioni telefoniche sulle minacce dei Cera secondo il gip «valgono tanto quanto»; l’accusa cerca dunque elementi più forti. Angelo e Napoleone Cera sono ai domi­ciliari nell’abitazione di San Marco in Lamis. L’interrogatorio di garanzia è in pro­gramma martedì a Foggia. Anche la difesa (avvocati Francesco Paolo Sisto, Michele Curtotti e Rolando Sepe) potrebbe rivolgersi al Riesame.